Truffò le Scotte "Soldi non dovuti per mezzo milione"

"Giunse una segnalazione al mio ufficio, riguardava un medico del policlinico che dirigeva una struttura complessa. Poteva svolgere attività professionale intramoenia, all’interno delle Scotte, ma non fuori. Presentai un esposto", racconta l’ex direttore generale del polo sanitario senese Valtere Giovannini (nella foto). Ha testimoniato ieri nel processo dove è imputato un ex luminare delle Scotte ora in pensione accusato di aver truffato l’azienda ospedaliera per mezzo milione di euro. Al centro della vicenda giudiziaria somme che sarebbero state indebitamente percepite dal policlinico, fra il 2008 e il 2018, non avendo rivelato che faceva visite fuori dall’ospedale. Lo studio si trovava in una casa di proprietà alle porte di Siena. Proprio con la ricostruzione degli accertamenti svolti qui prima dai carabinieri del Radiomobile a seguito della denuncia di una donna e quindi dei militari del Nas attivati dai colleghi, si è aperto il dibattimento. Il pm Valentina Magnini ha chiesto all’ex dg delle Scotte di ricostruire le regole del rapporto fra Azienda e chi dirige una struttura complessa. "Viene richiesta l’esclusività – ha detto al giudice Andrea Grandinetti che poi chiedeva delucidazioni ulteriori –, è una sorta di premio di fedeltà. Le visite devono essere svolte intra moenia, un professionista non può farle neppure a casa propria. Quando fu confermato direttore di tale struttura venne firmato ul ulteriore contratto ma con le caratteristiche di quello precedente. L’Azienda svolge accertamenti solo sui risultati dell’attività dell’Unità operativa, dà un giudizio sull’aspetto organizzativo e dei risultati sanitari acquisendo l’autodichiarazione del medico relativamente all’esclusività". Dopo Giovannini ha testimoniato l’attuale direttore amministrativo delle Scotte Maria Silvia Mancini, quindi il processo è stato rinviato.

La.Valde.