di Laura Valdesi SIENA I dubbi della famiglia sulla morte di Paolo Alfieri, 55 anni, trovato senza vita sotto un traliccio a Celsa, il 7 ottobre scorso, saranno chiariti. Il pm Silvia Benetti, infatti, che segue il caso ha disposto ieri l’autopsia sulla salma che tuttora si trova all’obitorio delle Scotte. Il magistrato aveva aperto un fascicolo modello 45 perché al momento non si profilano reati. Tuttavia, vista la delicatezza del caso e la collaborazione dei familiari che hanno posto l’accento su alcuni aspetti della vita del loro caro, ha deciso di eseguire appunto l’autopsia per accertare le cause del decesso in maniera da cristallizzare quanto avvenuto in quello scorcio di Montagnola dove Paolo Alfieri è stato ritrovato senza vita. L’incarico sarà assegnato lunedì dal pm Benetti al professor Mario Gabbrielli che eseguirà subito dopo l’esame. Sono già stati avvisati madre, sorella e fratello di Alfieri, rappresentati dall’avvocato Francesco Ravenni, e anche la compagna del 55enne che viveva da qualche mese con lui a Mucigliani, nel comune di Asciano, in attesa di trasferirsi in un’altra casa che però Alfieri non risulta mai aver acquistato. La famiglia dell’uomo trovato sotto il traliccio dopo essere scomparso da casa il 3 ottobre, svanendo nel nulla, ha deciso di nominare come proprio consulente di parte il medico legale Umberto Maffei.  L’avvocato Ravenni, come si ricorderà, aveva già presentato una memoria in procura dopo aver svolto alcune indagini difensive chiedendo "che fossero svolti accertamenti su una serie di fatti e circostanze" alla luce dei quali a suo avviso si rendeva necessaria l’autopsia. Approfondimenti di cui si stanno già occupando i carabinieri che hanno seguito il caso. La famiglia, intanto, autonomamente si è già attivata per effettuare la copia forense del cellulare di Alfieri ’fotografando’ così tutti i suoi contatti, specialmente le ultime comunicazioni e i messaggi. "Molto importante – hanno spiegato a La Nazione la sorella Monica e l’amica di lunga data Sara Dei – un oggetto rinvenuto all’interno della Smart Fortwo della compagna con cui Paolo si era allontanato e che è stata ritrovata appunto a Celsa". Non sono convinte che la scomparsa del loro caro sia legata ad un momento di fragilità anche se è stato esclusa da subito la presenza di terze persone. L’autopsia, unitamente ad alcune verifiche svolte dai militari dell’Arma coordinati dalla procura, aiuterà a chiudere definitivamente il cerchio sulla tragedia di Celsa.

Cronaca

di Laura Valdesi
SIENA
I dubbi della famiglia sulla morte di Paolo Alfieri, 55 anni, trovato senza vita sotto un traliccio a Celsa, il 7 ottobre scorso, saranno chiariti. Il pm Silvia Benetti, infatti, che segue il caso ha disposto ieri l’autopsia sulla salma che tuttora si trova all’obitorio delle Scotte. Il magistrato aveva aperto un fascicolo modello 45 perché al momento non si profilano reati. Tuttavia, vista la delicatezza del caso e la collaborazione dei familiari che hanno posto l’accento su alcuni aspetti della vita del loro caro, ha deciso di eseguire appunto l’autopsia per accertare le cause del decesso in maniera da cristallizzare quanto avvenuto in quello scorcio di Montagnola dove Paolo Alfieri è stato ritrovato senza vita. L’incarico sarà assegnato lunedì dal pm Benetti al professor Mario Gabbrielli che eseguirà subito dopo l’esame. Sono già stati avvisati madre, sorella e fratello di Alfieri, rappresentati dall’avvocato Francesco Ravenni, e anche la compagna del 55enne che viveva da qualche mese con lui a Mucigliani, nel comune di Asciano, in attesa di trasferirsi in un’altra casa che però Alfieri non risulta mai aver acquistato. La famiglia dell’uomo trovato sotto il traliccio dopo essere scomparso da casa il 3 ottobre, svanendo nel nulla, ha deciso di nominare come proprio consulente di parte il medico legale Umberto Maffei. 
L’avvocato Ravenni, come si ricorderà, aveva già presentato una memoria in procura dopo aver svolto alcune indagini difensive chiedendo "che fossero svolti accertamenti su una serie di fatti e circostanze" alla luce dei quali a suo avviso si rendeva necessaria l’autopsia. Approfondimenti di cui si stanno già occupando i carabinieri che hanno seguito il caso. La famiglia, intanto, autonomamente si è già attivata per effettuare la copia forense del cellulare di Alfieri ’fotografando’ così tutti i suoi contatti, specialmente le ultime comunicazioni e i messaggi. "Molto importante – hanno spiegato a La Nazione la sorella Monica e l’amica di lunga data Sara Dei – un oggetto rinvenuto all’interno della Smart Fortwo della compagna con cui Paolo si era allontanato e che è stata ritrovata appunto a Celsa". Non sono convinte che la scomparsa del loro caro sia legata ad un momento di fragilità anche se è stato esclusa da subito la presenza di terze persone. L’autopsia, unitamente ad alcune verifiche svolte dai militari dell’Arma coordinati dalla procura, aiuterà a chiudere definitivamente il cerchio sulla tragedia di Celsa.

Trovato morto sotto il traliccio  La procura dispone l’autopsia    

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Trovato morto sotto il traliccio La procura dispone l’autopsia

Il pm Benetti darà l’incarico al professor Gabbrielli lunedì e sarà effettuata il giorno stesso. I carabinieri stanno svolgendo approfondimenti. La famiglia nominerà come consulente Maffei

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