La scuola si regge ancora sui precari. I supplenti coprono 13.500 cattedre

In Toscana pochi posti vacanti a cinque giorni dal via. Prof da chiamare anche al posto dei no vax

Non piace la novità del prof esperto

Non piace la novità del prof esperto

Firenze, 10m settembre 2021 - E’ sempre una scuola che si regge per larga parte sui precari. Sono per la precisione 13.533 le cattedre vacanti in Toscana e, pertanto, assegnate ai supplenti. Ma la buona notizia quest’anno c’è. Il 15 settembre, giorno in cui suonerà la prima campanella, i docenti dovrebbero quasi tutti essere al loro posto. "Sulla carta, siamo in tempo per un inizio anno coi professori in cattedra", afferma Emanuele Rossi della Cgil. Salvo qualche intoppo, ha nel complesso funzionato la novità dell’algoritmo elaborato dal Miur per superare finalmente il caotico appuntamento con le nomine, che fino a due anni fa venivano svolte in presenza, in una sorta di girone infernale di caldo e lentezze burocratiche. L’anno scorso, il Covid impose un repentino cambio di programma e, si sa, le cose non andarono per il verso giusto, tant’è che alcuni professori furono nominati a novembre. Adesso invece il Miur si è mosso per tempo e i docenti hanno preso servizio presso le scuole loro assegnate.

Se a Firenze, dove le cattedre scoperte sono 3500, non si registrano particolari difficoltà, ad Arezzo è andata peggio, perchè l’algoritmo di assegnazione degli incarichi non ha funzionato e si teme di dover rivedere larga parte delle assegnazioni. A Pisa le cattedre scoperte sono 1740, 1559 a Lucca, 1479 a Pistoia, 1367 ad Arezzo, 1221 a Livorno e 1202 a Prato. Il maggior numero di posti da assegnare ai supplenti li troviamo alle superiori: 5500. Oltre 4mila alle primarie. Mentre va meglio (3mila) alle secondarie di primo grado. «Pare che l’algoritmo non abbia fatto disastri massivi e quindi possiamo dirci contenti - le parole di Claudio Gaudio della Cisl -. Ci sono casi sporadici di situazioni da verificare. C’è qualche problematica sugli ‘spezzoni’ delle cattedre. Non tutti sono stati ‘abbinati’ in base alle richieste. Ad ogni modo, nulla a che vedere con un anno fa, quando le ultime assegnazioni si svolsero a novembre". Anche Emanuele Rossi, Cgil, fa un ragionamento simile: "Non abbiamo visto errori clamorosi. Il guaio di fondo è che, a livello regionale, si stima che il 40-50% di posti non siano di ruolo e, pertanto, che vadano ai supplenti annuali. Questo ha un effetto molto negativo in termini di continuità didattica".

Vede il bicchiere mezzo pieno Alessandro Artini, presidente toscano dell’Associazione nazionale presidi: "Le procedure per l’assegnazione delle supplenze sono partite in anticipo rispetto a un anno fa e questo è positivo. L’organico Covid è in fase di elaborazione e, siccome attraverso dei fondi dati alle scuole verrà scelto direttamente dagli istituti, non correremo più il rischio di avere professori di potenziamento che insegnano materie che esulano da quelle previste in quel determinato percorso". Certo , una volta assegnate tutte le supplenze, una parte delle cattedre verrà assegnata con chiamata diretta dalle scuole. E quindi un minimo rischio di qualche assenza i primi giorni resta. Tra i nodi da sciogliere, prosegue Artini, "quello riguardante i supplenti da chiamare al posto dei no vax, dato che non possiamo sapere in anticipo quanto si assenterà il prof privo di certificazione" e anche quello delle quarantene. "L’ho già visto con gli esami che un tempo si chiamavano di riparazione: molti studenti erano in quarantena. C’è il forte rischio dunque di ripetere la girandola organizzativa di un anno fa".