Torna l’agresto, condimento perduto dell’Amiata

Il progetto sbarca sul mercato con bottigliette da 100 ml. "Ci abbiamo lavorato per cinque anni, ecco come sarà la produzione"

Migration

di Massimo Cherubini

Dopo aver portato alla ribalta la pera ‘picciola’, frutto che nasce solo sull’Amiata, Aurelio Visconti ha chiuso il cerchio di un altro progetto: la produzione dell’agresto. Ieri mattina, nella sala della Macchia Faggeta di Abbadia San Salvatore, sono stati presentati i frutti positivi di questo progetto, che risponde ad un bando della Comunità Europea, gestito dalla Regione, per esaltare, ritrovare, i prodotti agroalimentari a forte connotazione territoriale. "Alcuni anni fa - dice Aurelio Visconti il capo fila dei dieci soggetti che hanno lavorato sul progetto - ebbi modo di apprezzare, in un paese dell’interland fiorentino, l’agresto. Un condimento dimenticato da oltre un secolo. Mi nacque l’idea di realizzare un agresto dell’Amiata. Partecipammo al bando della Cee e in 5 anni (dovevamo finire prima ma siamo stati rallentati) siamo giunti al momento della produzione".In sintesi diciamo che questo condimento (quello dell’Amiata è aromatizzato) nasce dalla spremitura, e condimento, delle uve in natura. Della zona, non o di questo o quel paese, perché il progetto è dell’Amiata unita. Prima di giungere alla produzione (ne verranno prodotte duemila bottiglie di ‘Agreno’ da 100ml) vi è stato un grosso lavoro. Di ricerca, di analisi, di laboratorio. Costo di vendita della piccola bottiglia è tra gli 11 e i 13 euro. Un costo legato alla poca produzione che, dice Aurelio Visconti "cercheremo di aumentare proprio per far diminuire i costi di produzione e quello di vendita". Nell’incontro è stato illustrato l’impegnativo lavoro che ha portato alla produzione dell’Agreno. La riconoscenza dell’importanza del lavoro è stata affermata dal sindaco di Abbadia, Fabrizio Tondi - amante dei frutti della montagna - che ha sottolineato l’importanza del progetto portato a conclusione.

A presentare le fasi del percorso è stato Giovanni Alessandri dello Studio Tecnico Associato Agricis. Quindi Aurelio Visconti, della ‘Lombardi&Visconti’ ha parlato dell’agresto (particolarmente indicato per condire le carni) nella tradizione della cucina toscana. Il capo fila del progetto, Aurelio Visconti, da anni lavora nel settore. Nel 1990 rilevò la produzione dell’Amato Stella fatto con prodotti della montagna. Ha poi ottenuto la grande, meritata, soddisfazione della iscrizione della "pera picciola", frutto che cresce a ottocento metri d’altezza, nell’elenco "PAT" (prodotti agroalimentari tradizionali).