Tentò di uccidere la ex: in cella dieci anni

La Cassazione ha rigettato il ricorso dell’operaio che a Sarteano colpì la donna con un cacciavite. Ne ha già scontati tre in carcere

Era stata il pm Serena Menicucci a coordinare l’inchiesta, seguendola dalle prime battute

Era stata il pm Serena Menicucci a coordinare l’inchiesta, seguendola dalle prime battute

di Laura Valdesi

SIENA

Chissà quante volte, nei tre lunghi anni in carcere, ha ripensato a quei momenti. Quando, accecato dalla gelosia e dalla rabbia per la separazione che non voleva nè riusciva ad accettare, aveva aggredito la donna amata con un cacciavite. Glielo aveva conficcato nello sterno. Se la giovane è viva lo deve solo all’aiuto di due vicini di casa coraggiosi, altrimenti l’avrebbe uccisa. Avrà ancora tanto tempo per ripensare a ciò che ha fatto quel 20 marzo 2018 l’operaio agricolo perché proprio in questi giorni la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal suo difensore Massimiliano Barbanera, rendendo dunque definitiva la condanna a dieci anni di carcere già inflitta in appello che aveva sensibilmente ridotto la pena iniziale. Quella decisa in primo grado dal gup Ilaria Cornetti, nel gennaio 2019, era stata a 12 anni ‘assorbendo’ anche i maltrattamenti in famiglia, perché c’erano stati anche quelli, e lo stalking. Inutile il fatto che in aula avesse chiesto scusa alla donna e a tutti per il male fatto. Basta pensare che quando aveva aggredito la ex ad assistere alla scena era stato il loro bambino di soli 4 anni. Che insieme alla donna, una volta uscita dall’ospedale , era stato accolto in una struttura protetta.

L’operaio, dunque, alla luce di quanto deciso dalla Cassazione, dovrà scontare altri sette anni in cella perché tre già li ha fatti in quanto dal momento dell’arresto da parte dei carabinieri non è più uscito di carcere. Il suo gesto aveva scosso la comunità di Sarteano, teatro del tentato omicidio. Perché la donna, 30 anni mentre lui ne ha 38, di origini albanesi, era ben integrata nel paese. E benvoluta. Ad inchiodare l’aggressore anche il video di un ragazzino realizzato con il cellulare che riprendeva uno dei momenti più drammatici. Fortunatamente, però, il cacciavite conficcato nello sterno non aveva leso organi vitali e la donna ce l’ha fatta. A toglierla dalle grinfie dell’uomo erano stati come detto Claudio Rossi e Gino Arnaldi, i vicini di casa. Premiati successivamente per il loro coraggio. Quello di chi ancora, in un paese a misura d’uomo come Sarteano, non esita a lanciare il cuore oltre l’ostacolo.