Teatro fatto a casa, una risposta alla chiusura

Massimo Bonechi chiude la rassegna in streaming con la commedia ‘Le rane di Aristofane’: una riflessione in periodo di pandemia

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"Abbiamo coinvolto e sostenuto nel periodo di pandemia attori e registi, stimolandoli a trasformare stanze e ambienti domestici in scene teatrali. Abbiamo salvato il loro rapporto con il pubblico a cui in questi mesi

abbiamo offerto sui canali virtuali spettacolo e intrattenimento". Massimo Bonechi, attore e regista, spiega il suo progetto ‘Home made - Il Teatro fatto a casa’, di Spazio Teatrale Allincontro, sostegno Fondazione Toscana Spettacolo e Regione Toscana. Cala il sipario martedì 13 aprile, alle 21, sul canale You Tube del Teatro Vittorio Alfieri di Castelnuovo Berardenga con ‘Le Rane di Aristofane’, interprete Massimo Bonechi, regia.

‘Il Teatro fatto a casa’?

"Cinque commedie e una coreografia, realizzate a casa come se fosse un teatro. Una sfida per l’artista come, del resto, deve sempre essere".

‘Le Rane di Aristofane’?

"Una rivisitazione dell’opera del commediografo greco, l’ultimo successo della sua carriera: un giudizio sulla tragedia attica che nella mia trasposizione diventa il dramma del teatro italiano, annientato dalla pandemia".

La sua commedia?

"Aristofane connota la poesia di un potere salvifico. Questo ruolo nella mia rivisitazione lo riconosco al teatro che, invece, è stato abbandonato; ha interrotto il rapporto con il pubblico delle platee per il divieto degli spettacoli da vivo".

Cosa accade?

"Nell’opera originale la parodia del viaggio degli inferi è funzionale. Lo diventa anche nella mia commedia e con un’app riesco a calarmi nell’Ade dei nostri tempi. Qui incontro, grazie a delle proiezioni, i grandi del teatro italiano da Giorgio Strehler e Vittorio Gassman a Carmelo Bene e Eduardo De Filippo, da Luigi Pirandello a Gian Maria Volonté, ed altri artisti del teatro".

Perché?

"Chiedo consigli per uscire dalla grave crisi del teatro. Grazie alla loro capacità, esperienza, potrebbero individuare soluzioni per aiutare la cultura".

Il suo metodo funziona?

"Nessuno, vuoi perché non conosce i nostri problemi o perché i tempi sono cambiati, ha le soluzioni. Possiamo solo affidarci al corso degli eventi".

Aspettando la riapertura dei teatri, l’eredità dopo che lascerà al teatro la pandemia?

"Doppia. Ci ha dimostrato che non possiamo arrenderci; ha anche confermato che il teatro quello vero è solo in presenza. Le altre formule possono aiutare a mantenere viva l’attenzione ma lo spettacolo vero è solo dal vivo a cui occorre tornare prima possibile".

Antonella Leoncini