Tazzina e moneta digitale, il commercio dice sì "Ma a un patto, zero costi per mini transazioni"

Il presidente di Confesercenti, Leonardo Nannizzi: "Servono incentivi di transizione per i Pos e nessuna commissione sulle piccole somme"

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Doppia multa per le attività che non accettano i pagamenti elettronici, questo quanto emerge dal Decreto Pnrr2 annunciato dal Consiglio dei Ministri pochi giorni fa. Secondo quanto previsto dal Governo quindi da luglio commercianti, esercenti e professionisti dovranno dare la possibilità ai propri clienti di pagare con il Pos per l’acquisto di qualsiasi merce. In caso contrario le controindicazioni potrebbero essere 30 euro di sanzione più il 4% del valore della transazione.

Un punto che fa molto discutere soprattutto per quanto riguarda i piccoli pagamenti su cui sono comunque presenti commissioni. Il motivo? Il costo di un caffè rischia, per l’esercente, di andare in fumo. Favorevoli alla moneta elettronica quindi i commercianti, ma soltanto in caso di azzeramento dei costi sulle micro-transazioni.

"È corretto che sia data ai clienti questa possibilità di pagamento" afferma Alessandro Toscano, proprietario della tabaccheria Due Ponti sulla Statale 73 . "Le criticità riguardano le merci il cui prezzo viene definito dallo Stato, in quel caso non ha senso il pagamento elettronico: si guadagna una percentuale minima sulla vendita e tale guadagno deve poi essere utilizzato per le spese del Pos. Per tali merci è giusto lasciare il pagamento in contanti oppure azzerare le commissioni".

"Ci siamo ormai adeguati da tempo alla moneta elettronica perché c’è comunque molta richiesta da parte dei clienti, sia turisti che senesi " afferma Antonio Romboli, proprietario del wine bar Rombo&Vas in via delle Terme."Il problema riguarda i costi di gestione, è fondamentale che questi vengano eliminati".

Confermata da tutti i commercianti la necessità di un intervento sui costi, anche se alcuni sottolineano anche l’importanza di andare incontro alle richieste della clientela. "Le commissioni sono un problema perché ci sono transazione non convenienti su alcune merci" afferma Andrea Perferi, proprietario dell’Enotabaccheria in via Camollia. "Per le ricariche telefoniche ad esempio abbiamo un guadagno veramente irrisorio. E’ necessario quindi trovare una soluzione anche se credo che sia importante non guardare solo al singolo acquisto, ma al lavoro complessivo. Se viene data ad un cliente la possibilità di pagare con la modalità che preferisce qualsiasi bene e così si crea un rapporto di fidelizzazione ritengo che possa essere un elemento vantaggioso".

Unanime la richiesta di azzerare le commissioni per i piccoli pagamenti, così come aveva sottolineato pochi giorni fa anche il presidente provinciale di Confesercenti Siena, Leonardo Nannizzi. "Il Governo vuole davvero che la moneta elettronica sia accettata dappertutto? Azzeri le commissioni sui piccoli pagamenti, e il gioco è fatto". Secondo quanto annunciato, da luglio l’impossibilità di incassare moneta elettronica da parte degli esercenti provocherà a loro carico una sanzione di 30 euro a transazione, oltre al 4 per cento del valore della transazione stessa.

"È facile immaginare – riflette Nannizzi – che chi ha rimandato finora l’installazione di un Pos lo ha fatto perché si trova a fare i conti con margini di guadagno ridotti o inesistenti. E la persistente incertezza generale non li aiuta ad uscire da questa situazione. Se potessero lo farebbero molto volentieri, magari aiutati da incentivi di transizione; invece ora si troveranno a che fare con l’ennesima costrizione".

Veronica Costa