Tanti negozi vuoti, chiude anche ’Liberty’

Liquidazione totale nello storico negozio del centro. Confesercenti e Confcommercio: "Pesano la crisi, gli affitti costosi e l’e-commerce"

Migration

"Il trimestre estivo, secondo le nostre stime, ha visto calare i fatturati sul suolo nazionale di 800 milioni. Prevediamo che l’ultimo trimestre dell’anno possa essere ancora più complesso, con ben 2 miliardi di ulteriori perdite per quanto riguarda le spese nelle attività". Sono questi i numeri che Leonardo Nannizzi, presidente provinciale di Confesercenti, mette in evidenza. Fotografia di un commercio sempre più in crisi, la cui onda lunga è arrivata anche a Siena.

Con un’ulteriore vittima: sono passate poche ore dal nostro reportage sulle attività che stanno chiudendo e hanno chiuso all’interno delle mura, e sulle vetrine di Liberty – storica attività in Banchi di sopra – viene affisso il manifesto ‘Liquidazione totale’. Una situazione complicata, che nonostante la buona ripresa dei flussi turistici non riesce a sbloccarsi. "Aumento dei costi fissi e del prezzo della merce – prosegue Nannizzi –, costo delle spedizioni e dei trasporti, rincaro delle materie prime, inflazione, tutti fattori che incidono negativamente, insieme alla sempre minor capacità di spesa dei cittadini e dei turisti. Tanta gente visita la città, ma poca fa tappa nelle attività commerciali. Fortunatamente il settore della ristorazione e quello alberghiero traggono ancora qualche vantaggio, il resto evidenzia invece prospettive abbastanza pericolose. Ogni attività che chiude, oltre a procurare danni ai nuclei familiari coinvolti, segna un dramma sociale per tutta la città. Oggi è sempre più difficile sopravvivere, e se un negozio chiude, difficilmente in quel punto viene riaperta un’attività. Così si creano vie stracolme di spazi vuoti segnalati dai cartelloni ‘vendesi’ o ‘affittasi’, un danno d’immagine importante. Bisognerebbe iniziare ad abbassare la pressione sulle attività e prevedere una tassazione più importante per l’online, che sta rivoluzionando in modo negativo il commercio".

Una considerazione condivisa da buona parte della categoria vessata dalla rivoluzione elettronica in atto e dalla crisi economica. Rivoluzione che non basta a spiegare la sempre maggiore quantità di vetrine spoglie, frutto anche di una situazione che da anni fa discutere a Siena: quella degli affitti. "Questa città pare da sempre refrattaria a ogni tipo di cambiamento nel mercato delle locazioni – sottolinea Daniele Pracchia, direttore Confcommercio Siena –, e questo porta alla concentrazione in alcune vie di fondi sfitti. Una situazione che impedisce agli esercenti di trovare soluzioni alternative, che magari significherebbero abbandonare i punti più ‘in vista’ della città. La capacità di penetrazione nel mercato dell’online è cresciuta esponenzialmente, l’acquisto elettronico è la vera e propria moda del momento, che crea anche abitudini poco simpatiche come il provare determinati capi in negozio per poi acquistarli online. Gli esercizi commerciali sono sempre stati punto di riferimento per la socialità, ma le nuove generazioni non sembrano vedere nel commercio un modus vivendi capace di dare spinta alla vita sociale. Anche lo shopping oggi è ‘rapito’ dai social media: qualcuno prima o poi dovrà intervenire, la vita reale è un’altra". E fatta di tante problematiche, che rischiano di far svanire per sempre la tradizionale Siena ‘dei bottegai’. Un’eredità che deve essere custodita.

Andrea Talanti