Si è vista sbattere un’altra porta in faccia, l’Acr Siena: il Consiglio di Stato, quasi due mesi dopo l’udienza del 25 gennaio, ha rigettato il ricorso presentato dal club bianconero avverso alla sentenza del Tar della Toscana, che aveva dichiarato l’incompetenza dei giudici amministrativi, rimandando eventualmente la decisione sulla concessione decennale d’uso dello stadio Franchi e del campo Bertoni all’Acquacalda a quelli ordinari.
Il Consiglio di Stato si è in pratica dichiarato a favore del Tribunale amministrativo: "L’appello è infondato. Sebbene la questione sia stata a lungo controversa – si legge nella sentenza –, è prevalsa nella giurisprudenza amministrativa più recente la qualificazione della concessione come di pubblico servizio piuttosto che di bene pubblico… La concessione di pubblico servizio fa rientrare la controversia nella giurisdizione del giudice ordinario… Le questioni inerenti agli adempimenti e alle relative conseguenze indennitarie, sono devolute alla giurisdizione del giudice ordinario".
Un sospiro di sollievo, per l’amministrazione comunale che comunque non canta ancora vittoria: se da una parte non vuole perpretare l’errore già commesso in precedenza, quando in maniera affrettata aveva messo la parola fine sulla questione, dall’altra i legali comunali sono ora chiamati a pianificare i prossimi passi, cercando di capire se e come l’Acr Siena potrebbe ancora muoversi, se ha cioè o meno la possibilità di proseguire la sua battaglia legale, appellandosi al giudice civile o alla Cassazione (ipotesi remota, ma al momento non esclusa in assoluto). La controversia giuridica, del resto, è molto, molto, ingarbugliata, come si afferma anche nella decisione appena pronunciata. Il passo avanti è stato comunque compiuto e Palazzo pubblico ha espresso la propria "soddisfazione" per la sentenza del Consiglio di Stato che ha altresì ordinato "che la pubblica amministrazione dia esecuzione alla decisione". Un bagliore di luce, dopo mesi di buio.
Una buona notizia anche per la Robur che domani, ad Anghiari, potrebbe festeggiare la Serie D, grazie alla cavalcata consumata al Berni di Badesse da affittuaria e non nella sua ‘casa’. La speranza di poter tagliare il traguardo al Rastrello si è frantumata ricorso dopo ricorso, nell’indignazione dei tifosi che hanno a più riprese esposto striscioni e cantato a gran voce la loro rabbia. In quella della squadra, mister Magrini in testa, che non l’ha mai mandate a dire dietro. In quella del presidente Giacomini, convinto che la matassa si sarebbe sbrogliata prima. Ora la fiamma è accesa perché il primo passo in quarta serie possa avvenire all’ombra di San Domenico: per la Serie D serve uno stadio.
"Anche il Consiglio di Stato, con questa sentenza – ha detto l’assessore allo Sport ed edilizia sportiva Lorenzo Loré –, certifica il buon operato del Comune di Siena, che legittimamente, nel maggio scorso, ha provveduto alla risoluzione della concessione per inadempimento da parte della società Acr Siena sugli impianti Franchi e Bertoni. Abbiamo agito e sempre agiremo a tutela della comunità, dei tifosi e del bene pubblico. Procediamo adesso con i legittimi e conseguenti passaggi burocratici e amministrativi, in accordo con i nostri uffici, con l’obiettivo di rientrare effettivamente e nel più breve tempo possibile in possesso delle strutture, riconsegnandole finalmente alla comunità".
A.G.