SpyFly, robot che cattura la mosca degli olivi

Il fondatore della s tart up: «Sviluppa richiami sessuali tramite l’intelligenza artificiale». A Pacina il bio è un’eredità di famiglia

Andrea Sozzi Sabatini, fondatore  di Agrorobotica

Andrea Sozzi Sabatini, fondatore di Agrorobotica

Siena, 16 novembre 2019 - Una trappola robotica pensata per combattere la mosca che danneggia le olive, controllando cosa accade con una App sul proprio smartphone. Tra le tante storie di aziende che lavorano tra innovazione e sostenibilità, ad Agrifood Next sono emerse realtà imprenditoriali che propongono soluzioni a problemi sempre più sentiti dagli addetti alla filiera. Andrea Sozzi Sabatini ha presentato Agrorobotica, start up nata nel 2017 tra Scarlino e Milano, e oggi sul mercato con SpyFly, un sofisticato strumento che attira, cattura, fotografa e riconosce, tramite algoritmi di intelligenza artificiale, gli insetti nocivi per gli olivi, ma anche per la vite ed altre culture. «Dopo aver investito nella produzione di olio – racconta Sozzi Sabatini – mi sono reso conto di quanto fosse difficile monitorare tanti ettari e piante. Ho scoperto che sul mercato non c’erano trappole particolarmente innovative per combattere la mosca olearia e altri insetti dannosi. Nel giro di due anni, è nata SpyFly, una tecnologia che sviluppa feromoni, ovvero richiami sessuali che attirano gli insetti e consente, oltre alla cattura, anche di analizzare risultati utili per tutelare il raccolto. Nel 2020 uscirà il prototipo finale che consentirà di effettuare rilevamenti automatici ed in tempo reale. Non solo: le trappole forniscono dati tipici di una centralina meteo (temperatura, umidità, pressione barometrica e qualità dell’aria), consultabili dal proprio telefono». In questo ambito, il futuro per difendere le nostre pregiate produzioni dagli effetti devastanti del cambiamento climatico, sembra essere quello di attivare polizze assicurative ma le compagnie hanno pochissimi dati da valutare per fornire pacchetti funzionali. «Strumenti come questi – aggiunge Sozzi Sabatini – ci consentiranno di sviluppare sensori ad hoc, per cercare di prevenire i fattori del cambiamento climatico». La sperimentazione è in corso e trappole di ultima generazione si stano diffondendo anche in provincia di Siena, specialmente nelle aziende biologiche. Chi invece il bio è abituata a masticarlo fin da piccola è Giovanna Tiezzi, titolare di Pacina a Castelnuovo Berardenga e figlia dell’indimenticato Enzo, docente di chimica fisica, ambientalista e politico senese, scomparso nel 2010 e pioniere dell’ecologia a livello internazionale, con tanti protagonisti e Nobel, come Ilya Prigogine, portati a Siena. Giovanna ha portato la sua testimonianza di custode della terra 2.0, ruolo che interpreta quotidianamente gestendo all’insegna della biodiversità l’azienda di famiglia che risale al ’900. «Rispettare il luogo nel quale la mia famiglia è nata – ha spiegato – è la mia sfida quotidiana. Cerco di raccontare la storia della mia terra, tutelando l’equilibrio dell’ambiente con la tecnica, l’economia e i cambiamenti climatici. E’ la terra a dettare le regole della mia fattoria e non il mercato. Oggi il consumatore è sempre più consapevole e per questo cerco di destinare a quel segmento la produzione di olio e vino. Probabilmente, propr io la diversità dei mercati internazionali con cui lavoro per diffondere i miei prodotti e il modello di vita, è l’aspetto meno sostenibile del mio lavoro quotidiano». Giovanni Pellicci © RIPRODUZIONE RISERVATA