Spedizione punitiva, 16 giovani denunciati

Scontro tra bande di giovani di Poggibonsi e Colle un anno fa. Un’aggressione con mazze da baseball, catene e perfino un coltello

Spedizione punitiva (immagini di repertorio)

Spedizione punitiva (immagini di repertorio)

di Alessandro Vannetti

Aggressioni, prevaricazioni, vendette. Di questo parlano i rapporti delle forze dell’ordine che hanno condotto le indagini: sarebbe già grave se si trattasse di adulti, ma diventa gravissimo perché i protagonisti sono tutti molto giovani e per lo più appartenenti a famiglie normali che non conoscono il degrado. Sono in 16, ad essere nei guai, sedici ragazzi poggibonsesi metà dei quali ancora minorenni, deferiti al Tribunale per i minori di Firenze, e gli altri con poco più di 18 anni denunciati alla Procura della Repubblica di Siena.

E’ durata una decina di mesi, la difficile inchiesta dei carabinieri colligiani che li ha individuati come componenti della spedizione punitiva di 25 elementi che, una sera della primavera scorsa, si mosse da Poggibonsi a Colle per affrontare in uno scontro rusticano un’ altrettanto corposo gruppo rivale, portando alle estreme conseguenze una rivalità cittadina che è sì storica, ma ritenuta da tutti ormai folkloristica e limitata all’ambito calcistico. Il motivo era da ricercarsi in alcuni precedenti attriti fra i due gruppi, per i quali i ragazzi stessi hanno, appunto, raccontato di aggressioni e prevaricazioni.

Una resa dei conti, insomma, organizzata con metodo e programmata per essere tutt’altro che una scazzottata. I 25, infatti, erano arrivati a Colle decisi a vendicarsi di affronti subiti a bordo di cinque automobili e altrettante moto, dopo essersi resi irriconoscibili coprendosi i volti con caschi, mascherine e cappucci e, soprattutto, non a mani nude: avevano con sé bastoni, mazze da baseball, catene e perfino un coltello. Lo scontro cercato non ci fu, grazie alla saggezza ed al coraggio di una ragazzina che, frequentando entrambi i gruppi, avvertì i colligiani dell’arrivo dei poggibonsesi e, soprattutto, informò i carabinieri di quello che sarebbe dovuto accadere. Non trovando i rivali ad attenderli, la spedizione punitiva si diede a cercarli facendo avanti e indietro per le vie di Colle, finché riuscì ad intercettare, seguire e infine bloccare l’auto del fratello di uno dei componenti della baby gang colligiana, uno dei rivali più detestati dei ragazzi poggibonsesi: la sua Seat Leon fu pesantemente investita dalla rabbia del gruppo e seriamente danneggiata a colpi di mazza e di catena. Lui, barricato in macchina, fu minacciato un numero infinito di volte, ma non subì danni fisici. L’aggressione, del resto, durò pochissimi minuti perché anche i carabinieri erano in attesa degli eventi e le pattuglie intervennero prontamente, mettendo in fuga gli aggressori.

L’inchiesta partì nella notte stessa, ma non è stato né facile né svelto, individuare tutti i responsabili, sia per il camuffamento dei volti, sia per la concitazione dei momenti culminanti: i militari della stazione colligiana dell’Arma hanno visionato fotogramma per fotogramma tutti i filmati delle numerose telecamere di sorveglianza presenti nel centro di Colle che avevano ripreso le fasi dell’arrivo della spedizione, dell’inseguimento e dell’aggressione, nonché fatto decine di interrogatori. Sono stati tanti, i ragazzi che hanno collaborato ragionevolmente con gli inquirenti, rispondendo alle loro domande e indirizzando l’indagine che ha portato ai deferimenti di ieri.