Spaccio nella chat dei ragazzini La procura indaga 16 minorenni

Chiuse dopo un anno le indagini scaturite dall’operazione ’Dangerous Market’ della Finanza. A tre under 18 contestata anche l’estorsione per la protezione da un fantomatico picchiatore

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di Laura Valdesi

SIENA

Spacciavano nella chat aperta su Telegram dove era stato pubblicizzato anche il listino prezzi degli stupefacenti. E realizzavano video con i quali mettevano in vetrina la droga per smerciarla più agevolmente. Un mercato virtuale, così lo aveva definito la guardia di finanza, per rifornirsi di hashish e marijuana a Siena. Pronti a recapitarla direttamente a scuola, se necessario, cosa che era avvenuta in tre circostanze all’esterno di un istituto superiore della nostra città. Ad ordinarla erano stati dei minorenni. Operazione "Dangerous market" l’avevano battezzata le fiamme gialle. Un’inchiesta durata otto mesi con blitz all’alba il 2 dicembre scorso e cani addestrati a fiutare stupefacenti. Un amaro risveglio per genitori che non immaginavano l’esistenza del bazar della droga venduta in chat a giovanissimi. Molti dei quali minorenni. Un’aggravante.

Sono sedici ora gli indagati che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini dalla procura della repubblica per i minorenni di Firenze, guidata da Antonio Sangermano. Si tratta di 9 ragazzi che vivono a Siena, sei invece abitano in provincia, comunque in centri nei dintorni del capoluogo. Uno risiede ad Empoli. Sette ancora under 18, gli altri sono diventati maggiorenni. Per tutti l’accusa è a vario titolo di aver trovato e spacciato droghe leggere, hashish e marijuana appunto, in una ’piazza virtuale’. Proprio quella chat che sarebbe stata creata, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, su Telegram. Comodissima per cercare stupefacenti ma soprattutto commercializzarli. I messaggi ’osservati’ dalla Finanza hanno consentito di ricostruire il mercato in rete ma anche chi aveva realizzato la chat da cui si rifornivano i ragazzini senesi e il nome di chi l’amministrava. A solleticare l’attenzione degli acquirenti, come svelato dalle fiamme gialle, il listino prezzi. Che parlava, secondo quanto emerso già un anno fa, di 200 grammi di ’fumo’ per 900 euro mentre il costo del ’gelato ibrida’ era addirittura 5800 al chilo. A tre indagati, tutti ancora minorenni, il procuratore Sangermano contesta anche il reato di estorsione. Le indagini preliminari hanno confermato infatti, secondo l’accusa, che un giovanissimo sarebbe stato costretto a pagare in due occasioni 10 e 20 euro, fra febbraio e marzo 2021. Il ’prezzo’ della protezione da una fantomatica persona che voleva picchiarlo.

L’inchiesta aveva destato clamore in città squarciando il velo sulla moda sempre più in voga fra i ragazzini di usare appunto la rete come piazza virtuale anche per scambiarsi stupefacenti. Gli avvocati dei sedici indagati – fra gli altri Massimo Rossi, Carla Guerrini, Alessandro Betti, Francesco Michelotti, Filomena D’Amora, Manfredi Biotti, Roberta Cucini e Sara Fe – hanno ora venti giorni di tempo per decidere le mosse: chiedere che il giovane parli con il pm,oppure farlo interrogare o depositare memorie, ferma restando la presunzione di non colpevolezza.