Sostiene Pereyra: "Il mio idolo è Messi"

Nella vittoria contro Cisterna decisivi i colpi dell’opposto argentino. "Fortunato a giocare in Superlega, qui c’è il meglio del meglio"

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Nell’unica vittoria ottenuta finora in campionato c’è il marchio di Federico Pereyra. Nel quarto set, quando c’era da contenere la rimonta di Cisterna, i colpi dell’opposto argentino si sono rivelati decisivi. 34 anni, da San Juan, città di 113mila abitanti non lontana dal confine col Cile, il bronzo olimpico di Tokyo 2020 si racconta così. "Ho iniziato a giocare otto anni, seguivo mia mamma che giocava a pallavolo, mi è piaciuto subito questo sport, a 15 anni già giocavo in Superlega argentina".

Il suo idolo?

"Nella pallavolo non ho avuto un idolo particolare, mi piace guardare tutti i giocatori, ce ne sono tanti bravissimi da cui si può imparare. In assoluto invece il mio idolo è Messi, come persona e come professionista penso sia un esempio per tutti; mi piace vedere come lavora, come si comporta, non solo nello sport ma anche nella vita".

Nella sua carriera ha girato mezzo mondo. Quale esperienza l’ha segnata di più?

"Ho cercato sempre di tirare fuori il meglio. Mi piaceva il fatto di potermi adattare a culture diverse, Italia e Argentina sono molto simili, mentre altrove dovevo adattarmi, sono state belle esperienze di vita, mi hanno fatto crescere molto. Il livello di pallavolo chiaramente in alcuni casi è diverso, qui c’è il meglio del meglio, sono fortunato a giocare la Superlega".

Ci sono anche esperienze in due paesi come Iran e Qatar di cui si parla molto in questo periodo. Lei che impressione ne ha avuto?

"In Iran c’è una cultura diversa, vedono la donna in modo diverso rispetto all’uomo, c’è del sessismo, questo non mi è piaciuto, lo trovo assurdo nel 2022. Sicuramente cresceranno. In Qatar non ci sono problemi, ci sono tanti stranieri, la donna di un altro paese non deve usare obbligatoriamente il velo. In Arabia Saudita sono più esigenti, anche se sei straniero".

Qual è l’obiettivo di Pereyra adesso?

"Il mio prossimo obiettivo è fare tutto il possibile per aiutare la squadra, i miei compagni, dare il massimo ogni partita se ho la possibilità di giocare. Abbiamo bisogno di vincere, abbiamo una partita importante domenica, dobbiamo essere tutti pronti per giocare".

Siena le piace?

"Molto bella, tutta la Toscana e l’Italia è bellissima, si vive tranquilli, non c’è tanto rumore, questo mi piace tanto. Amo andare in centro città, respirare l’aria fresca, questo mi rende felice".

Cosa farà quando smetterà di giocare?

"Vorrei aprire un ristorante, un winebar con le comidas. Forse a Buenos Aires, dove ci sono tanti turisti, forse a San Juan, la mia città natale, non so. È un’idea, ma ancora è presto: ho intenzione di giocare per almeno altri sei anni".

Stefano Salvadori