Soldi per l’opera di Tresoldi, salta il voto

Prima l’interrogazione urgente del Pd sull’installazione, poi la mancanza del numero legale: il consiglio si chiude senza discutere l’atto

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di Cristina Belvedere

L’interrogazione urgente del Pd sullo stanziamento di 150mila euro di risorse comunali per l’opera di Edoardo Tresoldi (progetto da 2 milioni di euro che prevede un’installazione monumentale in piazza Jacopo della Quercia) ha segnato l’inizio della fine del Consiglio comunale di ieri. Nell’illustrazione, Bruno Valentini ha ricordato: "Tresoldi aveva già esposto in città, durante gli eventi del 2015 per Siena Capitale della Cultura, con un’opera pagata dal Gruppo Ferrovie dello Stato".

E ancora: "Un’opera dell’artista, installata a Reggio Calabria e costata circa un milione di euro, ha dovuto essere prima transennata e poi messa in sicurezza, perché le colonne metalliche minacciavano di cadere per il vento – ha evidenziato l’ex sindaco –. Famiglie e imprese stanno facendo i conti con la crisi economica e non comprendono la spesa di questa iniziativa".

Rilievi mirati a cui ha risposto l’assessore alla Cultura, Pasquale Colella: "Il progetto, nato oltre un anno fa, è sempre stato curato esclusivamente dal sindaco. Dalla verifica con gli uffici posso riportare che, al momento, si tratta solo di un embrione". E poi: "La Giunta con il suo atto ha dato indirizzo per gli opportuni approfondimenti tecnici, in primis sulla sostenibilità economica e poi sulla progettazione esecutiva, che avverrà solo ed esclusivamente se saremo in grado di assicurare sponsorizzazioni private esterne, in particolare a livello nazionale". Colella ha concluso: "C’è l’impegno del Comune per un piano di fundraising. Solo a fronte di una copertura totale di sponsor l’opera sarà portata avanti. Questa delibera ha valore di mero atto di indirizzo. A oggi nessuna obbligazione giuridicamente vincolante risulta assunta da questa amministrazione".

Immediata la reazione delle opposizioni: mentre il capogruppo Pd Alessandro Masi chiedeva la verifica del numero legale, la minoranza abbandonava platealmente l’aula. Dopo i tre appelli previsti dal regolamento e i tentativi (vani) della maggioranza di trovare rinforzi, il presidente del Consiglio comunale Marco Falorni, constatando la presenza di soli 13 consiglieri, ha dichiarato tolta la seduta. Detto e fatto, le opposizioni hanno organizzato una conferenza stampa per spiegare le ragioni del loro gesto. Masi ha chiarito: "In questi anni abbiamo garantito il numero legale, rivendicando la centralità del Consiglio comunale, cosa che oggi la maggioranza non ha fatto. Con tutte queste variazioni di Bilancio, ora i conti comunali sono sul filo del disavanzo. Ci sono altre priorità rispetto all’opera di Tresoldi".

Concorde il leader di ’Per Siena’ Pierluigi Piccini: "E’ stato superato il limite. Viene fatta passare come atto di indirizzo (che non necessita del parere degli uffici) una delibera dispositiva, che indica alla Direzione Risorse finanziarie di ’predisporre la variazione di Bilancio allocando i necessari stanziamenti’. Anche fosse un atto di indirizzo, deve essere compatibile con il Bilancio, ma ci sono seri dubbi. Meglio utilizzare i soldi per la Fondazione Santa Maria della Scala che per questioni episodiche, legate a scadenze elettorali". Pietro Staderini, Sena Civitas si è detto "frustrato per l’ennesimo smacco al Consiglio comunale", mentre Claudio Cerretani (In Campo) ha protestato: "Siamo sempre chiamati a ratificare decisioni già assunte, oggi abbiamo dato un segnale alla città".