Sindacati contro Mps, udienza il 3 novembre Il giudice Cammarosano cercherà l’accordo

Da Bologna l’avvocato Piccinini spiega le posizioni delle sigle. Distacchi a Fruendo e filiali chiuse le condotte antisindacali. L’impasse tra Ministero e UniCredit sulla trattativa certificata dal Financial Times. Il balletto sulla proroga degli incentivi fiscali

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di Pino Di Blasio

"Il giudice del lavoro Delio Cammarosano ha già convocato le parti per il 3 novembre. Oltre alle cinque sigle sindacali (First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Fabi e Unisin) che hanno firmato il ricorso ex articolo 28, ci sarà anche il legale rappresentante di Banca Monte dei Paschi. Quel giorno andrà in scena un tentativo di conciliazione, come accade sempre in casi di denunce per comportamenti antisindacali". Dal suo studio di Bologna l’avvocato Alberto Piccinini, il legale dei coordinamenti sindacali di Banca Monte dei Paschi, annuncia le notifiche inviate ai vertici di Rocca Salimbeni, dopo il ricorso presentato l’altro ieri in procura a Siena. "Non escludo nulla su ciò che potrebbe accadere il 3 novembre - ammette l’avvocato -. In base alla mia esperienza, in alcuni casi negli anni ’90 di grandi ristrutturazioni, i giudici hanno fatto da mediatori per accordi storici".

Quel ’contratto di rete’ che ha prorogato di dieci anni, fino al 2031, il distacco a Fruendo di 300 dipendenti Monte dei Paschi, oltre alla chiusura annunciata di 50 sportelli, già indicati nella mappa delle filiali Mps, nel bel mezzo della trattativa tra Ministero dell’Economia e UniCredit, sono decisioni che i sindacati hanno avversato subito. Fino ad arrivare al ricorso.

"Siamo rimasti allibiti - confessa Federico Di Marcello, della Fisac Cgil - del comportamento di tutti gli interlocutori, dalla banca al ministero dell’Economia. Non ci hanno mai contattato, né formalmente né informalmente. Sarà una loro tattica negoziale e processuale, ora aspettiamo che il Monte faccia le sue contromosse. Non ci stancheremo mai di chiedere la convocazione del Ministero, la stiamo ancora aspettando".

E mentre a Siena va in scena un duello storico tra sindacati e Monte dei Paschi, che ricorda quello che accompagnò la nascita di Fruendo, a Roma si cerca di districare una matassa negoziale che si è ingarbugliata nelle ultime settimane. C’è voluto l’autorevole Financial Times per fotografare uno stato di impasse che non sarà facile superare.

"C’è una distanza materiale tra ciò che UniCredit sta presentando ora come un accordo che potrebbe funzionare e quello che è accettabile per il Tesoro - ha scritto il quotidiano finanziario -. I negoziati dovevano durare fino a settembre, quindi ora siamo davvero a corto di tempo". Le date cruciali sono il 27 ottobre, il giorno del cda di UniCredit sui conti del terzo trimestre, preludio al consiglio che dovrà definire il piano industriale, e questa settimana, con il Governo che potrebbe inserire nella legge di bilancio, la proroga degli incentivi fiscali alle fusioni bancarie. Rinviando la scadenza delle Dta a giugno 2022, in pratica uniformandola con la ’deadline’ fissata dall’Europa per la cessione della quota di maggioranza di Mps, detenuta dal Tesoro. Che è sempre stata aprile-maggio 2022, l’assemblea dei soci Mps sul bilancio 2021. "Questo è un segnale molto chiaro che è necessario più tempo e che l’operazione Monte dei Paschi non può essere chiusa in un mese", è l’opinione di chi è vicino ai negoziatori.

In attesa di vedere ulteriori rilanci, bluff e giocatori che potrebbero mollare il piatto e lasciare la partita a poker sul Monte dei Paschi, da casa UniCredit arrivano altre nomine collegate con Rocca Salimbeni e Siena. Dopo l’ascesa di Pier Carlo Padoan alla presidenza e il reclutamento di Ilaria Dalla Riva per la gestione delle risorse umane, nell’Advisory Board Italy, composto da 15 membri e presieduto da Niccolò Ubertalli, responsabile di UniCredit Italia, è stata nominata anche Antonella Mansi, imprenditrice della chimica e presidente del Centro Moda a Firenze. Oltre ad essere stata al vertice di Confindustria Toscana, Antonella Mansi è stata presidente della Fondazione Monte dei Paschi e protagonista del braccio di ferro con i vertici della Banca, Profumo e Viola, per l’aumento di capitale miliardario.