Silvio Gigli, la voce immortale del Palio

Una foto, una storia Dall’archivio di Augusto Mattioli i ritratti dei personaggi senesi che hanno segnato la storia della città

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Silvio Gigli: voce del Palio, istrionico mattatore della radio, rivoluzionario dell’etere, Don Chisciotte dei tre colli e molto altro ancora. Nei "Ritratti di Augusto Mattioli" eccolo alla tratta del luglio 1974, in attesa dei verdetti, delle assegnazioni, in attesa della Festa. Appoggiato alle assi del palco dei Capitani, è intento a preparare un servizio per la radio, con un registratore affinché le sue parole si accompagnino ai suoni inconfondibili del Palio.

Ma chi era Silvio Gigli? Si è detto e scritto tutto su di lui, esplorando quello che ci ha voluto offrire nella sua corsa senza fiato nella vita, innamorandosi di sempre nuove avventure, senza la costanza che è tipica di ha poche idee e non vuole mai abbandonarle. Lui invece era nell’eterna rincorsa della novità, dai giorni di "Botta e risposta" nei momenti radiofonici della guerra e poi con "Sorella Radio" del 1951 fino a giorni più recenti.

Ma nell’immaginario senese sarà in eterno la voce del Palio: quelle radiocronache di carriere piene di drammi, di colpi di scena, di inaspettate vittorie, di trionfi celebrati e di pianti mai nascosti. E poi in quel "Siena trionfa immortale", giustamente ripreso anche da Annalisa Bruchi per i giorni di oggi, c’è tutto un mondo, c’è la certezza di essere finalmente diversi dagli altri e quel Palio appena corso è la dimostrazione più chiara, più aderente.

"Un colpo il mondo e un colpo tu, a chi stupiva un po’ di più" adoperando una frase di Vecchioni. Questo era Gigli, senza mai vie di mezzo, compromessi, in eterna attesa di un effetto teatrale che ravvivasse un momento di riposo, di stanca. In questa foto, dove il bianco e nero esalta e non sottrae, è tornato per qualche giorno nel suo mondo, prendendo seriamente un gioco che conosce e che respira dal primo giorno che è venuto al mondo. Un mondo senese e tartuchino.

Qui ha davvero l’espressione dell’attesa, ma un’attesa serena, di chi sa a cosa va incontro, quel rinnovarsi di un rito che fa bene al cuore, che ti fa tornare indietro nel tempo. Come se un momento dopo la istantanea di Mattioli ci confidasse: "Sono arrivato stamani a Siena e sono tornato ragazzo. Stasera ripartirò e andrò lontano. Domani mattina mi sveglierò di nuovo vecchio". Silvio Gigli ci ha lasciato il 7 febbraio del 1988.

Massimo Biliorsi