Tempesta: «Il Palio è un gioco di resilienza»

Il fantino prefigura un 2021 «che partirà piano per poi trovarsi magari a correre anche due Palii in una settimana»

Andrea Coghe con Tottugoddu

Andrea Coghe con Tottugoddu

Siena, 9 gennaio 2021 - «Che annata sarà il 2021? Le località che organizzano palii e hanno la volontà di correrli faranno l’impossibile per riprendere da dove hanno interrotto. La sensazione è quella di un’annata senza corse, vedi Monteroni o magari Pian delle Fornaci dove c’è pubblico. E che a noi servivano tanto. Si svolgeranno quelle dell’Albo. Sì, ecco, partiremo tipo diesel, con calma. Ma se la situazione sanitaria si sblocca ci sarà da divertirsi. Nel giro di un paio di mesi c’è anche da correre due palii in una settimana. Ben vengano!» Andrea Coghe, in arte Tempesta, ha chiaro in mente il programma seppure in una stagione di incertezza. «Non ho cavalli per le regolari, mi sono dedicato tanto a scuderia e a fare dei lavori. Soprattutto non ho smesso un attimo di montare. Mai», aggiunge.  Fa bene al fisico e alla mente.  «Certo. Soprattutto i prossimi palii saranno all’arma bianca, tutti vogliono affermarsi. C’è fame di successo». Dal primo febbraio via alle iscrizioni all’Albo del Comune.  «Ho un paio di cavalli di 4 anni da inserire nel Protocollo ed una new entry che ho comprato esperta della Piazza con prove di notte e tratta, in più ha già battagliato anche in provincia: Takatursa».  La sensazione è che i fantini stiano cercando di prendere soggetti già esperti.  «Chi quest’anno va nei 5 anni deve fare tutto da capo, quelli che già avevano questa età sono da rivedere. In una situazione così, perlomeno nel primo Palio della stagione, si cercheranno nomi che danno maggiori garanzie. Che hanno qualche corsa o tratta sulle spalle. A Takatursa stavo dietro da tempo, ora è arrivato il momento giusto».  Tottugoddu e Lauretta? «Hanno passato un inverno da pascià, oggi (ieri, ndr) è il primo giorno che li rimonto».  La pandemia ‘selezionerà’ anche i fantini? Resisterà solo chi ha le spalle grosse? «Chi ha le spalle grosse è sicuramente in grado di sostenere un peso maggiore. Ma resiste chi ha più voglia di arrivare all’obiettivo. Chi si arrende adesso, secondo me, si sarebbe comunque perso lo stesso più avanti. Il Palio è un gioco di resilienza, lato del mio carattere che la lunga attesa del debutto ha rafforzato». Qualche Contrada che si è avvicinata particolarmente? «Più di una».  E colleghi? «Diciamo che sto al Caggiolo, faccio il mio a casa mia. A 30 anni ho un Palio vinto un po’ per merito e un po’ per fortuna, una brutta annata che mi ha insegnato tanto. Voglio mantenere buoni rapporti con i colleghi. Ma credo siano fondamentali quelli con le Contrade».