"So come fare se non mi paghi". E' estorsione

La vittima è un edicolante di Siena che avrebbe dato al giovane 3mila euro. L'uomo condannato in appello a 2 anni e 2 mesi

Palazzo di giustizia

Palazzo di giustizia

Siena, 30 marzo 2021 - «So dove abiti...». E ancora: «So come è composta la tua famiglia». Di più: «So come comportarmi se non paghi». «Conosco persino l’autobus che prendi per andare a lavoro». Frasi inquietanti che, accompagnate da comportamenti espliciti e una presenza costante all’edicola, avevano indotto un giovane senese a cedere. Per paura. E a sborsare complessivamente circa 3mila nel giro di una ventina di giorni. Un’estorsione. Reato lontano dalla civiltà della nostra città.

L’autore era un kosovaro di 27 anni, condannato in rito abbreviato dal giudice di Siena a 2 anni e 10 mesi più 5mila euro di provvisionale e le spese legali. Nei giorni scorsi si è svolto l’appello a Firenze, presentato dall’avvocato Danilo Lombardi dopo lo svolgimento di una perizia, non disposta invece in primo grado. Alla luce di quest’ultima è stato riconosciuto dai giudici un vizio parziale di mente e la sentenza è stata riformata: condanna a 2 anni e 2 mesi con espulsione dall’Italia a pena espiata. Ad assistere la parte offesa, l’edicolante senese di 26 anni, l’avvocato Paolo Pierini. Il difensore del kosovaro ha già annunciato ricorso in quanto il perito nominato dal tribunale ha riconosciuto l’incapacità totale.

Era andato avanti per giorni, fino a metà settembre 2019. La prima volta si era recato all’edicola presentandosi verso le 14, quando c’erano poche persone. Non lo conosceva, tuttavia gli aveva chiesto soldi. Così insistente da convincerlo a consegnargli 200 euro. L’avesse mai fatto: si era ripresentato all’edicolante più volte. Rimaneva lì, lo guardava fisso e con fare minaccioso, poi seguivano le richieste di denaro. Era arrivato persino a pedinarlo, secondo quanto sostenuto dal giovane, alla fermata dell’autobus. Non gli dava pace con quelle frasi. «So dove abiti», ripeteva. E una volta lo aveva anche seguito in via Montanini finché il negoziante, spaventato, aveva chiesto aiuto alle forze dell’ordine. Non aveva trovato il coraggio per dirlo alla famiglia. Però si era confidato con altri negozianti, arrivando a fare denuncia.Così erano scattate le indagini, vennero visionate le telecamere. Non c’era voluto molto per risalire all’autore. Tra l’altro già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati. Nel 2017 aveva aggredito verbalmente un ex pm di Siena vicino a palazzo di giustizia, pedinandolo in città. Finché questo aveva chiesto aiuto ad un ufficiale. Insomma, non c’era da scherzare. Ma la difesa sostiene che il suo comportamento è dovuto a problemi mentali. La perizia parlerebbe chiaro. Non è dunque ancora detta l’ultima parola.