Siena piange per la morte di Lello Priore, giornalista, amico di tutti

Raffaello Ginanneschi ucciso da un male incurabile a 55 anni, da mesi lottava contro la malattia. Una vita piena di passioni, dalla Giraffa alla Cna, dal basket alla bici. Donazione delle cornee, l’ultimo regalo

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Raffaello Ginanneschi, per tutti Lello, è morto ieri mattina all’hospice del Campansi, dove era stato portato da un paio di giorni. Era in coma, le speranze di salvezza erano pochissime da tempo, si è spento con la serenità consentitagli da quel male incurabile, contro il quale lottava da mesi. Scoprì il tumore in primavera, a tavola con degli amici. Chiedeva una cosa, in realtà ne voleva un’altra, una confusione che mise in allarme chi era con lui. Le analisi confermarono la presenza di quell’ospite indesiderato e da allora cominciò una parte della vita di Lello fatta di speranze, sofferenze, interventi e solitudine. Giorni passati in casa, assieme a Karina, la sua compagna sposata di recente, a sua sorella Federica e alla sua amatissima nipote Costanza, e a pochi amici della Cna e della Giraffa. Era il primo a sapere che la malattia avrebbe mostrato agli altri, a tutti i suoi amici e conoscenti, un Lello diverso da quello che amavano. E non voleva vedere questo ’estraneo’ riflesso negli sguardi commossi e compassionevoli degli altri.

Raffaello Ginanneschi aveva 55 anni. La passione per il giornalismo, la prima della sua vita fatta di cuore ed entusiasmi, lo portò a collaborare con tutti i giornali senesi, da La Nazione alla Gazzetta e al Corriere, oltre ai periodici sportivi. Per La Nazione scriveva di Palio e basket, vice di firme di collaboratori più anziani di lui. Chi scrive ricorda i suoi resoconti delle batterie della Tratta e le schede dei cavalli. Oltre a qualche sporadica intervista a fantini, ma a quell’epoca non si usava farle, non erano ancora delle star, a parte Aceto e Bastiano.

Oltre al Palio, amava il basket. La sua voce a volte si sentiva come speaker nelle partite della Mens Sana. O su Antenna Radio Esse con commenti e cronache di pallacanestro. Poi si appassionò di bicicletta: per i pochi che non lo conoscevano può servire leggere il libro che scrisse per Betti Edizioni, ’Francigena’, nel 2012. La cronaca del suo viaggio in bici, in solitario, da Losanna a Siena, con i racconti di tutti i personaggi incontrati lungo il cammino. Ognuno descritto con il suo sorriso, la sua vera carta d’identità.

Gli amici raccontano che fece anche il Camino di Santiago, non so se come pellegrino di fede o come appassionato di trekking mistico. E per una settimana, nei giorni duri del dopo terremoto, andò con le Contrade a Norcia, a cucinare per gli sfollati nelle tendopoli. Della sua anima contradaiola, da giraffino, si racconta a parte. La sua anima professionale, il suo lavoro alla Cna era un altro motivo per cui era amico di tutti. Per anni ha messo gli artigiani in vetrina, l’associazione in prima pagina, raccontando storie e svolgendo una missione di lobbying gentile e professionale. Lello aveva due lauree, una in Economia. Era intelligente e straripante, empatico e gentile, persino timido. I suoi occhi dolci ora brilleranno su altri visi, l’ultimo suo regalo è la donazione delle cornee, l’espianto effettuato ieri. Oggi il priore Raffaello Ginanneschi sarà portato nella Giraffa per l’omaggio della città. Domani alle 10 i funerali nella Basilica di Provenzano, a celebrarli sarà il cardinale Augusto Paolo Lojudice. Tutta Siena potra salutarlo, dirgli addio tra le lacrime. Comprese quelle di chi scrive.

Pino Di Blasio