"Percorro 700 chilometri da Siena in Liguria per ricordare la mamma"

Il fioretto di Camilla Marzucchi, 38 anni, dopo la scomparsa della madre durante il lockdown. "Non abbiamo potuto fare il funerale"

Camilla Marzucchi durante il viaggio

Camilla Marzucchi durante il viaggio

Siena, 12 agosto 2020 - «Un cammino che per me è una sorta di fioretto. Sto andando nel paese dove è nata la bisnonna Camilla, Loreto di Triora, in provincia di Imperia. Qui è venuta alla luce mia mamma Aurelia, che è mancata durante il lock down, il 14 marzo. Non abbiamo potuto onorarla con un funerale, come nessuno in Italia. Così da quando è stata sepolta ho pensato a qualcosa che potevo fare per ricordarla. Un atto d’amore. Mi sono allenata, mettendomi ora in cammino». Toccano l’anima, le parole di Camilla Marzucchi. Senese e civettina, 38 anni, impetuosa ma dal cuore grande. Che farà quasi 700 chilometri a piedi, da sola, zaino in spalla, sulla Francigena, nei boschi e nelle valli fra Toscana e Liguria, portando idealmente con sé la madre volata in cielo. Aveva 66 anni. «Volle venire via dall’hospice. Desiderava stare a casa sua. Il 28 febbraio mi disse che si sentiva triste, pensava a Triora. ‘Ti ci porto anche a piedi se vuoi andare’, le dissi. Ma eravamo vicini al lock down e preferì attendere. ‘Andremo a Pasqua’, concluse mamma. Sapevo bene che era una data forse lontana, stante le sue condizioni. Così adesso vado io a Loreto di Triora, pensandola e portandola nel cuore. Ti amo mamma», esclama Camilla cercando così di nascondere l’emozione. Che non è tristezza ma gioia infinita di sentirla in qualche modo accanto, ogni chilometro che l’avvicina alla meta.  Una storia di sentimenti, questo viaggio. Ma anche di solidarietà verso chi è stato a fianco di mamma Aurelia dandole sicurezza e affetto. Serenità e assistenza. «Sono partita per me ma anche per ringraziare Quavio, un’associazione da anni aiuta i malati oncologici a casa, sostiene le loro famiglie. Porta dignità nelle case. Mamma aveva un tumore e per merito di Quavio è potuta restare a casa, vivendo decorosamente fino all’ultimo giorno della sua esistenza terrena. Io ci metto le gambe e sono partita, chiedo a chi condivide ciò che faccio di donare anche un solo euro, per un caffè, a Quavio. Spero che la mia esperienza – sottolinea Camilla Marzucchi, senza interrompere l’andatura sullo sterrato – possa aiutare altre persone che hanno bisogno».  Partenza sabato 8 agosto ma solo adesso racconti il tuo intenso viaggio.  «Ho girato il video messo su facebook a caldo ma l’ho pubblicato solo dopo aver percorso un centinaio di chilometri. Mi fidavo delle mie gambe ma non volevo fare una brutta figura dovendo magari compiere un dietro front. Come in tutti i cammini, possono verificarsi problemi fisici. Invece sono molto contenta perché, nonostante la fatica, a livello mentale e spirituale il percorso ti rende felice. Di alzarti al mattino e di vedere sorgere l’alba». Viaggi da sola: nessun timore? «C’è sempre prima di partire. Dubbi tanti ma so che posso chiamare in ogni istante la mia amica Giulia Ciatti. Che dopo il cammino ne ha fatto una professione, diventando guida ambientale. E poi soli non siamo mai. I pellegrini si riconoscono, si creano rapporti autentici».  Dove dormi? «Negli ostelli e nei conventi gestiti dalla Chiesa dove si paga in base alle proprie possibilità economiche. Strutture ben tenute, dove ho trovato amore e spiritualità autentica. Se mi fa paura il Covid? Il protocollo è seguito alla perfezione. A me la pandemia ha tolto tante cose: delle certezze e anche un affetto, sebbene mamma fosse malata di tumore. Ha tolto il lavoro, la serenità familiare. Ho ristrutturato l’azienda tenendo solo alcuni appartamenti. Però lo voglio ringraziare, il Covid: ho trovato tempo per le persone che amo, per la mamma, mio figlio Tullio. Per fare questo cammino. Per capire che Siena avrebbe potenzialità turistiche fortissime ospitando i pellegrini».  Quando arriverai a Loreto di Triora? «Facendo circa 30 chilometri al giorno, i primi di settembre. C’è ancora tanto. Avanti».