Siena, nuovo Centro di immuno-oncologia da 4mila pazienti

Il professor Maio: «L’immunoterapia è il futuro del trattamento del cancro. Spazio alle sperimentazioni»

Il taglio del nastro (Lazzeroni)

Il taglio del nastro (Lazzeroni)

Siena, 18 maggio 2019 - «Cosa è l’immunoterapia oncologica? Il futuro del trattamento del cancro». Lo scenario è cambiato completamente, ribaltato da quel 2004 quando il professor Michele Maio è arrivato a Siena: allora i tumori erano trattati al 99% con la chemioterapia e l’1% con l’immunoterapia, su cui in diversi sollevavano dubbi di validità. L’anno scorso l’immunoterapia oncologica ha avuto il Nobel. Ieri il Centro di immuno-oncologia all’interno del policlinico Le Scotte, diretto dal professor Michele Maio, ha visto l’inaugurazione di un nuovo intero reparto. E il Cio oggi è centro di riferimento internazionale, senza eguali in Europa

Facendo un passo indietro, l’immunoterapia oncologica, al posto di attaccare le cellule tumorali, aggira il problema andando a stimolare il sistema immunitario dell’organismo per rendere più efficace il riconoscimento e la distruzione delle cellule cancerose, anche inoculando molecole, proteine. E’ la rivoluzione nella lotta al cancro.

«Una storia che a Siena inizia 15 anni fa – racconta il professor Maio –. Il Cio nasce nel 2017 e oggi vanta 4 aree funzionali: laboratori di ricerca di base, laboratori traslazionali collegati alla sperimentazione clinica e l’area delle terapie, manca ancora quella dedicata alle sperimentazioni cliniche. Il grande successo è nell’avere un unico Centro per l’intero percorso: dalla ricerca alla clinica, alla ricerca-clinica in terapia. Qui sono raggruppate tutte le competenze che fanno sì che l’immunoncologia sia competitiva e che consentono il lavoro sui pazenti».

Quali sono i numeri dell’imunoncologia a Siena?

«Nel 2018 abbiamo visto circa 3mila pazienti, provenienti da tutta Italia. Il nuovo reparto sarà dedicato proprio a questi incontri e ci consentirà di arrivare ad accogliere 4mila utenti. In terapia ad oggi riusciamo a seguire circa 700 pazienti; insieme a quelli che hanno finito e tornano per controlli si parla di un migliaio di utenti».

Quali tumori sono trattati?

«Abbiamo una quarantina di trial clinici attivi in contemporanea, dalla fase 1 alla 3, e siamo attrezzati anche per gli studi detti ‘first in human’, che per la prima volta verificano potenziali terapie su soggetti malati. La stragrande maggioranza dei tumori è coperta, anche con farmaci a disposizione, che non sono ancora sul mercato. La percentuale di successo dell’immuterapia oggi è fra 40 e 50%, grazie a farmaci già inseriti nel sistema sanitario nazionale».

Le prossime sfide?

«C’è da capire perché una parte dei tumori al polmone non reagisce nel 50% dei soggetti. Poi capire quali tipi di pazienti potranno rispondere all’immunoterapia e quali no. E infine andare verso l’immunoterapia personalizzata».