"Siena ha eccellenze scientifiche Ora lo hanno capito in tanti"

Il bilancio di Paolo Amabil l’ideatore della kermesse dal 2008: "Con 150 intervent la salute ai tempi del Covid"

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"Abbiamo dimostrato che ci si può informare in modo serio e rigoroso e che ci sono oggi molti canali per informarsi seriamente, senza dover ascoltare sedicenti divulgatori e improvvisati" dice Paolo Amabile, ideatore del Festival della salute, fin dalla prima edizione del 2008 a Viareggio, che quest’anno ha scelto Siena come sede ‘virtuale’ dell’evento nazionale.

E questo è il messaggio in uscita dal Festival appena conclusosi, che ha visto per quattro giorni Siena la capitale della salute. Da qui infatti è partita la maratona di interventi, interviste pubblicata sui siti, social media e diffusa dalle tv di tutta Italia. Il Festival, alla sua tredicesima edizione, per adattarsi alle normative anti Covid, non è potuto essere in presenza ma si è affidato alla rete web, per superare le distanze e rispettare anche il distanziamento: "La partecipazione a un convegno in presenza è ormai ridotta, limitata nei numeri – dice Paolo Amabile - e questa nuova modalità è stata sicuramente più seguita delle precedenti. Con i social e le tv siamo andati ben oltre le presenze di un convegno. L’esperimento è riuscito. Ora poi trasferiremo tutto quanto raccolto nei quattro giorni caricandolo sui social, sul sito del Festival, su Youtube in modo che tutto il materiale resti a disposizione per essere nuovamente visionato".

Sono stati oltre 150 gli interventi di professionisti sanitari, istituzioni, studiosi e operatori vari: naturalmente parlare di salute oggi vuol dire parlare di Covid. In realtà sono stati tre i filoni trainanti: a partire da scienza, ricerca e innovazione, poi salute oggi, ovvero la medicina la tempo del Covid e infine la salute del futuro, che parte dalla prevenzione. "Abbiamo fatto parlare, fra gli altri, chi ha lavorato a Bergamo durante il lockdown, professionisti dell’ospedale Gemelli, della Liguria e poi l’ex ct dell’Italvolley Mauro Berruto, il volontariato e il mondo della prevenzione nazionale – ripercorre Amabile - . Poi, certo, ci sono stati tanti professionisti locali, che vanno oltre i confini locali: lo scienziato Rino Rappuoli, il professor Maio e il dottor Montomoli. Ci siamo resi conto che a Siena, fra policlinico e Università soprattutto, ci sono eccellenze che purtroppo nel panorama italiano non emergono, ma che dovrebbero essere punti di riferimento. Con le loro riflessioni abbiamo stimolato la voglia di approfondimento di chi ci ha seguito. Questo era l’obiettivo". Paola Tomassoni