Siena, la corsa a Medicina

Sono 650 gli iscritti al test di ammissione per Medicina e chirurgia, corso di laurea a numero chiuso dell’Università di Siena

In attesa delle prove in uno dei test scorsi

In attesa delle prove in uno dei test scorsi

Siena, 3 settembre 2019 - Sono 650 gli iscritti al test di ammissione per Medicina e chirurgia, corso di laurea a numero chiuso dell’Università di Siena. Uno su tre potrebbe dunque farcela ad entrare, visto che i posti programmati a Siena sono 244. In commissine giudicante oggi sarà anche la professoressa Maria Graziella De Montis, ordinario di farmacologia e presidente del corso di laurea di medicina a Siena.

Professoressa, quali le novità per medicina?

«Il test di ammissione quest’anno è presso il plesso universitario in via Mattioli, perchè l’aula magna del polo didattico delle Scotte è attualmente sottoposta a lavori. L’altra novità è che, su indicazioni ministeriali, il numero programmato è stato ampliato del 10%: l’anno scorso avevamo 222 posti a disposizione, quest’anno sono 244. Sono numeri importanti per un corso unico e per un’Università di medie dimensioni come la nostra».

Un’apertura legata all’emergenza medici?

«Fra qualche anno avremo delle specialistiche scoperte. Ma non è questa la soluzione. Di laureati in medicina ne abbiamo abbastanza, il problema è nell’imbuto delle scuole di specializzazione, per cui non aumentano di pari passo i posti, le borse, che del resto hanno un costo. Come non è accettabile come soluzione del problema quel decreto nell’aria, denominato ‘Calabria’ (dove si è manifestata l’esigenza), che vorrebbe investire di responsabilità e far esercitare un laureato non ancora uscito dalla specializzazione. Bypassare la carenza attuale in questo modo sarebbe il nuovo problema».

Venendo al test di ammissione, è stato riformulato di fronte alle critiche del passato?

«Sono sessanta domande: di matematica, logica, fisica, biologia e cultura generale. Quest’anno dovrebbero essercene anche di educazione civica. Per un diplomato della scuola superiore italiana può essere difficile: ci sono quesiti di biologia ai quali un ragazzo può non saper rispondere. E per questo che l’Università di Siena in agosto ha istituito un corso di preparazione, con tanto di simulazione del test d’ingresso, con discreta partecipazione. Poi penso che lo studente motivato, aspirante medico, se la cavi con il test, essendo di solito più preparato di altri».

Togliere il numero chiuso?

«Il test d’ingresso ha i suoi limiti, per la difficoltà e perché non so quanto possa essere attendibile nel rivelare chi è adatto a intraprendere questi studi e la professione. Certo è che l’Università italiana non è sostenuta e organizzata per ammettere tutti. Una selezione va fatta».

Paola Tomassoni