Siena, pazienti Covid a casa più sicuri: "Messi i primi braccialetti"

Il dottor Berti del 118 ne ha applicati tre a Siena ma ce ne sono altri 30 pronti. Rocchi: «I dati arriveranno anche all’Usca. Le persone così si sentono meno sole»

Il braccialetto del 118 che monitora i positivi a casa

Il braccialetto del 118 che monitora i positivi a casa

Siena, 28 novembre 2020 - «La sensazione più bella è stata leggere sui loro volti che non erano soli, grazie al braccialetto Covid appena applicato. In realtà non lo sono mai stati, questi pazienti a domicilio. Tuttavia l’apparecchio che monitora a distanza alcuni parametri, 24 ore su 24, consente di abbattere la caratteristica principale del coronavirus che è la solitudine», spiega Luca Berti, dal 2007 medico del 118 Siena-Grosseto. Che giovedì ha iniziato, insieme all’infermiere Gianni Vagheggini, ad attivare i primi braccialetti. «Messi a Siena ad un uomo, una donna e un adolescente. Ad ora – aggiunge – c’è una buona trasmissibilità dei dati, presentano parametri stabili». 

Il progetto che il direttore del dipartimento di Emergenza urgenza dell’Asl Toscana Sud Est, Massimo Mandò, intende trasformare in studio per rendere partecipe dei risultati la comunità scientifica, non si ferma qui. «I tre dispositivi sono il punto di partenza. Ne abbiamo altri 30 a disposizione. Stiamo valutando i casi nella provincia di Siena per procedere all’installazione. Consideriamo il quadro clinico puntando su persone che già normalmente i team Usca contattano perché necessitano di un monitoraggio ravvicinato in quanto la malattia ha un decorso con sintomi un pochino più acuti. L’altro elemento che valutiamo è se sono persone sole, geograficamente isolate. E che siano in grado di gestire un minimo la tecnologia, anche se è abbastanza semplice, perché presuppone l’uso di app e smartphone», chiarisce Barbara Rocchi, referente organizzativo dell’Usca per la Zona senese, oltre che delle cure primarie per il distretto. 

«Oltre al braccialetto c’è un transponder che invia i dati ogni cinque minuti: ossigenazione, frequenza cardiaca, saturazione e temperatura corporea. Attualmente i dati arrivano alla centrale operativa del 118 sulla postazione del medico e dell’infermiere. Qualora si noti un’anomalia si chiama la persona, verificando lo stato clinico e decidendo se è necessario l’intervento delle Usca oppure del 118», chiarisce Berti. «Nei prossimi giorni – aggiunge Rocchi – parametri ed eventuale alert arriveranno anche all’Usca – aggiunge Rocchi – in modo da concordare in base al situazione e alla disponibilità delle risorse umane chi e come deve intervenire».

«Un grande aiuto per l’emergenza-urgenza sapere di poter monitorare pazienti 24 ore su 24. Vista la crescita notevolissima della curva epidemiologica, anche inattesa, eravamo preoccupati – spiega Giuseppe Panzardi, responsabile del 118 Siena-Grosseto – che le risorse dell’emergenza dovessero essere distolte per attività non proprie del servizio. Questo dispositivo invece ci aiuta, di riflesso anche ad evitare un ulteriore aggravio della pressione al pronto soccorso».