Siena Awards, le foto parlano ai Rinnovati

In scena i ’Photography Talks’ con i protagonisti dietro l’obiettivo. Gli scatti di Siddiqui anticipano la magia della kermesse che parte oggi

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Cosa può nascondersi dietro a una fotografia, se non una storia? Con tutte le sue emozioni, i suoi segreti, i particolari. La lezione che i ‘Photography Talks’ andati in scena ieri al Teatro dei Rinnovati hanno portato sul palco, inaugurando l’edizione 2022 dei Siena Awards, è questa: ogni foto racchiude l’essenza, il frame di una storia. Di una prospettiva. Di un momento.

Come quelli catturati da Danish Siddiqui, il fotoreporter indiano deceduto in Afghanistan nel luglio 2021 mentre documentava i combattimenti tra le truppe afghane e i talebani nel distretto di Spin Boldak, che nonostante i due premi Pulitzer vinti per il suo fotoracconto del dramma del Covid in India e per la tragedia dei rifugiati Rohingya, si è sempre fregiato di un’altra vittoria: aver fatto conoscere al mondo la storia dei nascosti, i deboli, gli indifesi. Che come hanno raccontato l’amico e collega Adrees Latif e la moglie Frederike Herrant, intervistati dal capocronista de La Nazione, Pino Di Blasio, suscitavano la scintilla della sua vocazione. ‘Documenting humanity beyond the borders’, l’umanità vista attraversando i confini e documentata dall’obiettivo della fotocamera di Siddiqui. Un’umanità vera, cruda, ritratta nei suoi drammi e paesaggi di guerra così come nella gioia di fronte a un film di Bollywood proiettato sullo schermo di un cinema. O come i viaggi e le immagini catturate da alcuni dei più importanti fotografi del National Geographic, progetti e retrospettive che sottolineano l’interdipendenza, la connessione, l’importanza della nostra prima, vera casa: la natura.

Una casa che condividiamo con specie di ogni tipo, documentate costantemente dai reporter della famosa rivista naturalistica, che hanno illustrato il loro lavoro introdotti da Katy Moran, ex vice-direttrice della fotografia del magazine. Dai ‘Conservation storytelling’, uno sguardo su come il racconto della conservazione si sia evoluto da una fotografia naturalistica, incentrata sul comportamento animale, verso uno stile che ritrae le questioni della conservazione della fauna selvatica e del benessere animale, al viaggio nella Foresta Amazzonica di Javier Aznar e le sue linee e forme di vita solo apparentemente invisibili, fino a ‘Urban Foxes and Ice Grizzlies’, il progetto fotografico di Peter Mather incentrato sulle volpi trovate a Whitehorse in Canada, intente ad adattarsi al nuovo habitat e a vivere a stretto contatto con l’uomo, e i grizzly a pesca di salmone nello Yukon sud-occidentale, vicino al villaggio di Klukshu.

Il rapporto tra umano e animale, gli appostamenti per scovare lo scatto migliore, le lunghe passeggiate durante il lockdown per rintracciare i branchi e le tane in città, il viaggio nell’estremo nord alla ricerca degli orsi, tra ghiaccio e salmoni. Poi i volti, quelli ritratti da Dan Winters, che nella sua ‘Road to Seeing’ affronta vite e storie: da Tupac a Michael Jordan, da Tom Hanks ad Angelina Jolie.

Un viaggio tra i lineamenti di celebrità e persone comuni, un mix di psiche, ritratti in bianco e nero, poesie nascoste, vita quotidiana, aspirazione alla vita nello spazio, politica. L’Arnold Schwarzenegger senatore, George Bush nel suo ranch, il profilo do Bernie Sanders, il volto di Barack Obama a inizio e fine mandato. E infine, ‘My Life With Big Cats’: una grande retrospettiva del lavoro realizzato da Steve Winter per il National Geographic per documentare i grandi felini. Scatti che hanno illuminato la giornata ai Rinnovati, tra luci e ombre, colori e immagini, amore e odio, introducendo la manifestazione che fino a novembre porterà a Siena la grande fotografia. E che lascia in tutti la consapevolezza di quanto il mondo sia unico e vasto, se visto da diverse prospettive.

Andrea Talanti