Siena, aiuti al ristoratore ribelle. "Farò un bonifico-anticipo cena"

L’assessore Tirelli: "Conseguenze certe ma l’esasperazione è comprensibile". Le multe sono dietro l’angolo. Ma intanto riceve sostegno anche dalla provincia

Il ristoratore Matteo Luppoli

Il ristoratore Matteo Luppoli

Siena, 16 febbraio 2021 - «Sono aperto anche oggi ma non ho avuto ad ora prenotazioni», spiega Matteo Luppoli. Il ristoratore disobbediente, titolare de ‘L’Oro di Siena’ in via Garibaldi, che ha messo in subbuglio la categoria dopo la sua protesta per difendere il diritto al lavoro. Sui social ieri è divampato il dibattito fra chi lo sosteneva a spada tratta, altri che invece non ci stavano a rispettare le regole mentre un collega le infrange. Sì, perché Luppoli sa bene di non aver rispettato la chiusura per San Valentino prevista dalla zona arancione. E che non la osserverà anche nei prossimi giorni. E’ consapevole delle conseguenze a cui andrà incontro tanto da aver detto a La Nazione che per questo ci sono i legali. Nessuna mossa ancora da parte del Comune e della Polizia municipale, oppure della questura, ma è lo stesso assessore al commercio Alberto Tirelli a dichiarare, a margine di un altro evento, «che si è praticamente autodenunciato. Le conseguenze ci saranno. La legge va rispettata ed è per tutti. Non condivido il gesto ma, da un certo punto di vista, comprendo che l’esasperazione da cui è dettato è dovuta a fattori che si sommano. Alle 19 del sabato non sapevano se potevano restare aperti o chiusi. Le attività avevano fatto scorte alimentari e si sono ritrovate a gettare via quanto comprato. Il ristoratore ha compiuto un atto dimostrativo di cui, ripeto, coglierà le conseguenze. Speriamo che serva per sensibilizzare chi governa. L’improvvisazione e la mancanza di certezze logorano».

«Per ora non è venuto nessuno a controllare – raccontava ieri poco dopo le 13 Matteo Luppoli –, ma non ho neppure prenotazioni! E siccome sono una persona seria, visto che il condizionatore aveva dei problemi e dava noia a chi sta sopra, ho speso il guadagno per metterlo a posto». Non esita a ribadire che non si è pentito di ciò che ha fatto: «Se parli con chi tutte le mattine si rimbocca le maniche per portare a casa i soldi per andare avanti senza avere stipendio fisso, capirai che c’è grande comprensione. Sono venuti a trovarmi due ristoratori amici del centro storico, abbiamo parlato». Poi la telefonata che non ti aspetti. Arriva quando il nostro fotografo è nel locale. Dall’altra parte il consigliere comunale di Chiusi Luca Scaramelli, che è della lista di opposizione ‘Possiamo sinistra per Chiusi’. «Mi sento un po’ in imbarazzo, un bonifico...», commenta Luppoli. «Sì, è vero, mi sono offerto di sostenerlo con un piccolo versamento – spiega più tardi Scaramelli –; la sua storia mi ha colpito perché sono veterinario e all’inizio della pandemia ho dovuto tenere chiuso. So cosa prova, anche se io poco dopo ho riaperto. Gli ho detto che il bonifico è da considerare un anticipo per una futura cena che farò da lui. Fermo restando il rispetto della legge, il mio gesto è stato di solidarietà. Di vicinanza perché conosco le difficoltà di un’impresa». 

Tanti, sempre sui social, hanno invece lanciato strali puntando il dito sul rispetto delle regole anti-Covid. «Con una manciata di posti a sedere e tavoli messi a tre metri di distanza gli uni dagli altri – ribatte Luppoli – non credo di essere un untore. Perché non si guarda a ciò che accade nei supermercati». Arriva poi un’altra telefonata: brillano gli occhi a questo trentenne che sa di aver sollevato un polverone. Una coppia prenota per giovedì per festeggiare una ricorrenza. Lo comunica alla madre che sta ai fornelli. Quando torna in sala ha gli occhi umidi.