’Serve ancora il Pd?’. Il titolo è volutamente provocatorio, per ammissione degli stessi promotori, ma la questione è intricata assai, per un partito che stenta ancora a dare segni di vita dopo sei e passa mesi dalla nuova sconfitta elettorale nel capoluogo. Sul fronte organizzativo si attendono novità dal ricorso di Guido Leoncini per la mancata proclamazione a segretario, su quello del dibattito giù alcune settimane fa era stato diffuso un documento fortemente critico, primi firmatari Pippo Lambardi e Lorenzo Brenci. Ora è proprio Brenci a illustrare l’iniziativa di questa sera alle 18 alla saletta dei Mutilati. "Siamo un gruppo di iscritti e simpatizzanti del Pd – spiega Brenci – che dopo le elezioni di Siena ha deciso di esternare le proprie preoccupazioni. Abbiamo subìto una sconfitta storica, ancor più grave che nel 2018, ma in questi mesi è mancata totalmente un’analisi. Solo silenzio e rinvio di ogni decisione".
Dunque la domanda sulla necessità, o meno, del Pd. "Il titolo vuole sollevare il dibattito – afferma Brenci – perché è chiaro che per noi il Pd serve, ma ne serve uno diverso dall’attuale, che abbia una visione programmatica e capacità di leggere le dinamiche cittadine. Se così fosse stato, per esempio, non si sarebbe rifiutato a priori il dialogo con le forze civiche, un errore decisivo per le sorti del voto".
Cosa serve allora? "A Siena serve una visione più grande di quella attuale – afferma Brenci – e il Pd non può restare fuori da questo dibattito. Serve uno sforzo collettivo per aprire una stagione diversa e in questa ottica serve un segretario che raccolga un consenso ampio e sia libero dai condizionamenti di piccole componenti. Altrimenti la situazione resterebbe una situazione ingestibile come adesso".
Per Brenci, "deve finire il tempo delle nostalgie e dei rancori che affligge Siena e affligge il Pd. Bisogna superare questa logica per poter guardare avanti".
E dunque: ’Serve ancora il Pd?’. S’apre il dibattito
Orlando Pacchiani