Falso Brunello di Montalcino, mega-truffa anche informatica, manomesse banche dati della Regione / VIDEO

Operazione delle Fiamme Gialle: un consulente avrebbe ordito la tela a danno del Consorzio VIDEO: IL COLOSSALE RAGGIRO / I PRECEDENTI: OLIO DA LAMPADE VENDUTO PER BIOLOGICO / "OLIO TOSCANO ADULTERATO CON QUELLO ESTERO"

L'operazione della Guardia di Finanza

L'operazione della Guardia di Finanza

Siena, 9 settembre 2014 - Falsificava le certificazioni di uve con cui si produceva il Brunello, spacciando per il pregiato vino del semplice vino comune. Una colossale truffa ai danni del Consorzio del Brunello è stata scoperta dalla Guardia di Finanza. Sono stati sequestrati oltre 160mila litri di vino in un'operazione delle Fiamme Gialle contro le sempre più frequenti falsificazioni di prodotti dell'eccellenza toscana. Le segnalazioni sono partite dal Consorzio. Le indagini si sono concentrate su un consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di Montalcino, rimaste vittime della frode - che, con la collaborazione di altri complici, con diverse funzioni nell'ambito dell'intera filiera della produzione e messa in vendita di uve e vino, in corso di identificazione - dal 2011 al 2013 è riuscito a mettere sul mercato migliaia di bottiglie false di Brunello e Rosso di MontalcinoIl professionista, abusando del rapporto lavorativo in essere e della fiducia conquistata, anche grazie alle sue elevate capacità professionali, è riuscito ad entrare in possesso di documentazione e materiale originale attestante la Docg (contrassegni di Stato, documenti di trasporto, fatture etc.) e a riprodurlo in modo perfetto.

CHI E' L'UOMO ACCUSATO DEL RAGGIRO - L'enologo denunciato, e' stato ancora spiegato, e' un consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di Montalcino, rimaste vittime della frode, e dal 2011 al 2013. L'uomo aveva eseguito ripetuti accessi telematici al sistema informatico Artea, l'azienda regionale per le erogazioni in agricoltura, falsificando i dati delle dichiarazioni di produzione delle vendemmie, delle giacenze contabili e delle cessioni di vino sfuso. La persona indagata  "non risulta avere il titolo di enologo in base alla legge 129/91, e tanto meno e' iscritto alla nostra associazione nazionale di categoria". E' quanto afferma in una nota l'Associazione enologi enotecnici italiani, intervenendo "in funzione anche del ruolo svolto dagli enologi italiani per il costante miglioramento della qualita' del nostro vino e del comparto tutto".

LE ACCUSE - frode in commercio, accesso abusivo a un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso: queste le accuse nei confronti dell'uomo. 

I NUMERI DELLA TRUFFA - L'inchiesta sul falso Brunello e Rosso di Montalcino condotta dalla Guardia di Finanza di Siena, con la collaborazione dell'ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche agricole di Firenze, ha portato finora al sequestro di vino per un valore di quasi un milione di euro. In particolare, secondo quanto spiegato dalle Fiamme gialle in una nota, a seguito di numerose perquisizioni, sono stati sottoposti a sequestro probatorio 165.467 litri di vino, pari a circa 220.600 bottiglie del formato da 0,75 cl. di cui 75.620 litri di Brunello di Montalcino e 89.847 litri di Rosso di Montalcino. Sequestrati anche 2.350 contrassegni di Stato e "copiosa documentazione e materiale contraffatto". L'enologo denunciato, e' stato ancora spiegato, e' un consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di Montalcino, rimaste vittime della frode, e dal 2011 al 2013 "e' riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualita'". In corso di individuazione, si spiega ancora, persone che lo avrebbero "coadiuvato", "collaboratori a vario titolo - si spiega nella nota - e con diverse funzioni nell'ambito dell'intera filiera della produzione e messa in vendita di uve e vino". L'enologo, dal 2011 al 2013 e' riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualita'.

LA REGIONE PARTE CIVILE - La Regione Toscana "si costituira' parte civile, a difesa dei produttori del Brunello e per il danno subito con la violazione della banca dati dell'agenzia regionale Artea", nel procedimento legato all'inchiesta sul falso vino di Montalcino. Lo ha annunciato il governatore toscano Enrico Rossi che ha ringraziato "la Guardia di Finanza e le forze dell'ordine per aver scovato questa gravissima truffa ai danni di uno dei brand che piu' caratterizza la Toscana e l'Italia nel mondo". "Vogliamo dare un segnale inequivocabile - ha aggiunto Rossi - che stiamo dalla parte degli imprenditori per bene, dalla parte della legalita' e della trasparenza. Va infatti sottolineato anche l'impegno del Consorzio del Brunello che ha segnalato alle forze dell'ordine la falsa certificazione. Il segnale e' chiaro: chi produce eccellenza nel vino come in altri settori e' danneggiato da questi criminali. Violano la legge - conclude Rossi - danneggiando la qualita' e distruggendo posti di lavoro".

PIU' CHE RADDOPPIATE LE FRODI NEL SETTORE VINO - Dall'inizio della crisi sono piu' che raddoppiate le frodi nel settore del vino e degli alcolici con un incremento record del 102 per cento del valore delle bottiglie sequestrate perche' adulterate, contraffate o falsificate, con un danno incalcolabile per il prodotto agroalimentare Made in Italy piu' esportato. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dell'attivita' svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013.