Sentenza Berlusconi, resta tutto ‘congelato’

Il pm Magnini chiede accertamenti medici, gli avvocati del Cavaliere documentano un "impedimento assoluto" per due mesi: rinvio al 15

(Foto Lazzeroni)

(Foto Lazzeroni)

di Laura Valdesi

SIENA

E sei. Tanti, con quello di ieri, sono i rinvii della sentenza sul troncone senese del Ruby ter, stralcio del processo Olgettine. Che vede imputati il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e il pianista delle serate di Arcore Danilo Mariani per corruzione in atti giudiziari, quest’ultimo anche per falsa testimonianza. C’era grande attesa, tantissime le richieste arrivate al tribunale di Siena anche da media stranieri per essere presenti in aula. Ma l’udienza si è svolta a porte chiuse per le regole anti-Covid 19, le telecamere non sono arrivate (così) numerose a riprendere in diretta l’ennesimo rinvio per legittimo impedimento documentato dagli avvocati Federico Cecconi ed Enrico De Martino. Berlusconi è infatti ricoverato al San Raffaele di Milano. Ma anche questa volta, come l’8 aprile scorso, lo slittamento è solo di una settimana, a giovedì 15. "E’ stato accolto il legittimo impedimento a comparire per difendersi e non è stato ritenuto necessario alcun accertamento da parte del tribunale sulla situazione sanitaria. La documentazione prodotta è ampiamente sufficiente, verificheremo l’evoluzione la prossima settimana", le parole a caldo dell’avvocato De Martino. "Certo la situazione va monitorata alla luce comunque di un quadro che abbiamo rappresentato e che è stato considerato – sottolinea l’avvocato Cecconi – preciso e circostanziato, se è vero che è stato ritenuto un impedimento assoluto".

Partita a scacchi, quella fra la procura e le difese. Iniziata pochi minuti dopo le 16 davanti al collegio Mosti. Primo ad arrivare a palazzo di giustizia, presidiato da polizia e carabinieri, Mariani con la moglie Simonetta Losi. Tre minuti bastano alla difesa Berlusconi per chiedere il legittimo impedimento,almeno per due mesi, depositando la relativa documentazione. Altrettanto rapido l’intervento del pm Magnini nell’invocare, come la scorsa udienza, accertamenti medici. Atti a valutare, spiega, la capacità di stare in giudizio ai sensi dell’articolo 70 del codice. Insomma, ciascuno resta sulle proprie posizioni. Nessuna delle parti cede di un millimetro. Compresi gli avvocati Salvatore Pino e Fanny Lucia Zoi, che difendono il pianista delle serate di Arcore, nel rinnovare la richiesta di stralcio e sentenza per il loro assistito. Breve la camera di consiglio al termine della quale, accolto il legittimo impedimento, si rinvia al 15 aprile. "Ci sono ristori per gli imputati", la battuta di Mariani uscendo dall’aula. "Non ci stiamo ad aspettare altri due mesi – aveva detto l’avvocato Pino mentre il collegio si era ritirato – , la falsa testimonianza va in prescrizione. Non vogliamo attendere, siamo convinti dell’innocenza di Mariani. Abbiamo il diritto di una pronta definizione della posizione che si scontra con il principio di economia del giudizio. Si tratta di bilanciare queste esigenze. Per il mio assistito chiedo la sentenza, di professione non fa l’imputato".

"Le condizioni di Berlusconi? Non abbiamo piacere – ribatte l’avvocato Cecconi sollecitato ad approfondire l’argomento – di fornire elementi che rientrano nella sfera di massima sensibilità come le condizioni di salute di ogni assistito, a maggiore ragione di Berlusconi. Ribadisco di aver fornito un quadro preciso e circostanziato al tribunale anche per una forma di rispetto".