Scoperto il ladro di San Francesco

Padre Bonaventura: «Forzava le cassettine delle elemosine»

Padre Bonaventura

Padre Bonaventura

«SE AVEVA bisogno di aiuto bastava che lo chiedesse. Qualche spicciolo, magari per un panino, cosa vuoi che sia. Non è la prima volta che lo facciamo. Carità, prima di ogni altra cosa», esclama padre Bonaventura. Rinnovando dunque le parole di San Francesco, il patrono d’Italia a cui s’ispira l’ordine al quale appartiene. Ma quell’uomo dai capelli lunghi, così lo descrivono molti che frequentano la chiesa nel cuore della città dove sono custodite le Sacre particole, alla fine ha esagerato. Da (troppo) tempo forzava le cassettine delle elemosine nella basilica (anche se si trova a pochi metri dalla caserma dei carabinieri), senza che nessuno lo denunciasse. Ma qualche giorno fa lo hanno scoperto. E segnalato all’autorità giudiziaria per furto. «Non so se abita a Siena o meno – racconta padre Bonaventura che vive da due anni nel convento attiguo alla chiesa con altri francescani –, però i militari l’hanno seguito qui dentro, in borghese, fermandolo poi una volta uscito con pochi euro in tasca. Neppure dieci, perché i contenitori vengono svuotati regolarmente e non ha trovato molto all’interno». L’autore del furto è in realtà un uomo originario della Campania che vive però a Firenze in una condizione disagiata. Non è da escludere che adesso, come avvenuto in altre circostanze, venga chiesto il suo allontanamento dalla città.

«POTREBBE anche tornare. Anzi, di sicuro lo farà», aggiunge scuotendo la testa il frate con un filo di voce. Poi sorride. I francescani non hanno mai voluto puntare il dito su quell’uomo più volte sorpreso a forzare le cassettine delle elemosine. «Veniva e faceva il giro: prima le allentava e poi passava una seconda volta, dandogli il colpo di grazia», aggiunge prima di dirigersi alla cappella delle Sacre Particole Paolo Giubbi, camionista in pensione e seguace francescano. «Figurati, c’era ancora padre Nicola quando si presentava», aggiunge. Ma non si può restare indifferenti per sempre di fronte a piccoli gesti. In chiesa serve decoro e rispetto.

«NON AVEVAMO mai fatto denuncia finora, non è nel nostro spirito. Abbiamo piuttosto cambiato i lucchetti delle cassettine mettendoli più robusti. Quando veniva – aggiunge padre Bonaventura – gli dicevo ‘cosa fai, smettila... Guarda che qui ci sono le telecamere per la videosorveglianza che hanno ripreso tutti i tuoi movimenti’. Allora quel giorno magari andava via. Poi tornava quando non c’era nessuno. E certo non possiamo stare a fare i guardiani delle elemosine. Che ha preso dal cassettino davanti all’immagine della Vergine, l’ultima volta da quello posto davanti alla statua di San Francesco».

CONTINUA il via vai di turisti dentro la basilica. Alcune persone si dirigono nella cappella delle Sacre Particole per recitare il rosario. «Qui non è venuto quell’uomo dai capelli lunghi – conclude il religioso – perché all’interno non c’è nessun contenitore per le offerte». Poi aggiunge: «Ringrazio i carabinieri di San Francesco ma ripeto... se quel signore ci avesse chiesto aiuto non ci saremmo tirati indietro».

Laura Valdesi