Sarrocchi, la lezione del ’day after’

Cento studenti a casa, 5 classi chiuse "Eravamo pronti, l’Asl ci ha aiutato"

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di Simona Sassetti

Non si parla d’altro all’interno dell’Istituto Sarrocchi, ma non si parla d’altro anche fuori dalla scuola. Basti pensare che giovedì non c’è stato uno studente che, una volta rientrato a casa, non abbia detto ai suoi genitori la frase: "Ci sono cinque classi in quarantena al Sarrocchi". Frase che ha fatto scatenare il solito giro di telefonate fra genitori e un’invasione di messaggi nei vari gruppi whatsapp.

Ma è bastato entrare dentro la scuola ieri, il giorno dopo il ritorno a casa forzato per 100 studenti, per capire che si è tornati alla normalità. Se per normalità si intende quella ormai dettata dai ritmi di una pandemia. "Eravamo pronti – spiega la vicepreside e referente Covid del Sarrocchi, Paola Calise Piro -, ma non nego che quella di ieri è stata una giornata impegnativa. Ci stiamo tutti misurando per la prima volta con situazioni inusuali, ma c’è stata da subito massima collaborazione con l’Asl che ci ha dato un grande supporto".

E’ stato un insegnante dell’istituto, risultato positivo, a far scattare la quarantena per quasi cento alunni che frequentano le cinque classi dove insegna il docente. Tutto è accaduto nell’orario di uscita da scuola, quindi in un momento anche di difficile gestione. "Inizialmente c’è stato un panico generale nelle classi, ma siamo riusciti a gestire la situazione nel migliore dei modi – afferma il docente Giorgio Parri -. Anche i genitori, seppur impauriti, hanno capito come gestire la situazione".

"E’ stata una giornata complicata ma l’abbiamo risolta con tranquillità – afferma la professoressa di Italiano e Storia Lidia Lenotti -. Il merito è dei ragazzi. Io sono stata fino all’ultimo con loro e tutti hanno dimostrato grande capacità di adattamento ad una situazione di emergenza".

Un’emergenza che ha obbligato agli straordinari sia il dirigente scolastico Stefano Pacini che la vice preside. "Sono di fretta, non ci siamo mai fermati - afferma infatti il preside mentre ci accoglie all’ingresso della scuola - sono giornate intense".

"E’ accaduto tutto all’improvviso e in tarda mattinata - spiega Calise Piro - . In poco tempo abbiamo fatto il giro delle classi coinvolte per avvertire i ragazzi e poi subito dopo abbiamo contattato tutti i genitori. Ringrazio per questo anche gli insegnanti che sono rimasti nelle classi fino alle 15".

Quello di giovedì non è stato l’unico episodio. In un’altra classe in cui era stato riscontrato un caso positivo il 23 settembre, sono stati sottoposti a tampone 23 alunni e 3 insegnanti. "Il ragazzo era a scuola ma asintomatico – spiega la vice preside -, poi si è assentato e ci è arrivata la segnalazione dall’Asl che era risultato positivo. Così abbiamo avviato le procedure in via precauzionale". I locali dell’edificio scolastico sono stati sottoposti alle operazioni di sanificazione e per gli alunni sono iniziate le due settimane di didattica a distanza. Come si nota entrando in due delle classi in quarantena. "Noi eravamo già pronti per integrare le lezioni con la didattica a distanza – afferma Maria Zappia, professoressa di diritto, mentre sta facendo lezione dal Pc all’interno dell’aula in quarantena -. E’ chiaro che ai ragazzi non fa piacere essere a casa. Per questo oggi sto interagendo con loro. Non si può subito pensare di fare lezione come se niente fosse, serve parlare, confrontarsi. Molti di loro, ad esempio, si sentono disorientati, altri invece sono già tranquilli".

Le difficoltà maggiori le affronteranno gli studenti con il sostegno, come ha affermato proprio una delle insegnanti, Carlotta Agnelli. "Ci sono ragazzi in tutte le classi coinvolte. Adesso per loro sarà fondamentale l’approccio psicologico visto che possiamo intervenire solo tramite un personal computer".