’SantoSpiritoScio’, teatro in carcere

Si alza il sipario sul nuovo palcoscenico nella casa circondariale. Un doppio evento tra prosa e musica

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C’è un nuovo teatro in città, che si prepara a una prima tutta speciale. Martedì alle 16, il nuovo sipario si aprirà sul palcoscenico appena installato all’interno della Casa circondariale di Santo Spirito, sul quale si esibiranno in quattordici per uno spettacolo in due tempi. Il titolo è ‘SantoSpiritoScio’ e si divide in una prima parte in cui la compagnia Liberi Dentro si esibirà in ‘Santi, fanti e furfanti’, una scelta di novelle dal Decameron di Giovanni Boccaccio a cura di UgoGiulio Lurini, del centro di ricerca e produzione teatrale laLut.

La struttura, una pedana alta venti centimetri, è accompagnata da un nuovo impianto elettrico che consentirà l’installazione di luci di scena. Tra l’altro, proprio nei giorni scorsi, il primo a salire sul nuovo palcoscenico è stato l’attore Francesco Pannofino, che ha partecipato a un incontro con i detenuti. La seconda parte dell’appuntamento sarà invece tutta musicale, con il concerto dei Cella Musica, il gruppo formato da due detenuti, un insegnante, un agente di custodia e una volontaria. Si esibiranno in brani inediti e cover.

"Al termine dell’esibizione – spiega Maria Iosè Massafra, responsabile dell’area trattamentale – ci sarà anche un incontro tra gli attori e il pubblico, con un saluto natalizio, per raccontare un po’ le emozioni dello spettacolo e non lasciare tutto lì sul palco. In quel momento detenuti e spettatori scambieranno due parole, per conoscersi. Abbiamo già fatto rappresentazioni con un pubblico, ma stavolta in questa occasione, per inaugurare il nuovo palcoscenico, abbiamo pensato di mettere insieme tutti i laboratori che portiamo avanti con i detenuti". Insomma, un debutto a tutti gli effetti, di fronte a un pubblico di una quarantina di persone. Ma già sono previste repliche a febbraio e a marzo.

"Ci sono studi – afferma UgoGiulio Lurini, responsabile del laboratorio teatrale – che dimostrano come chi fa teatro in carcere abbia il 63 per cento di possibilità in meno di recidiva una volta che esce. È uno stimolo a cercare motivazioni diverse, ad aprire una finestra. Spesso i detenuti sono persone con un basso grado di istruzione, che con iniziative di questo tipo possono utilizzare il tempo trascorso in carcere per conoscere cose che altrimenti non avrebbero avuto la possibilità di conoscere.

Oppure, anche semplicemente concludere il ciclo scolastico, come alcuni stanno facendo".

Riccardo Bruni