Sant’Antonio Abate, una nuova paternità per la scultura

Una diversa attribuzione per la scultura della Misericordia che, sostiene Bagnoli, è opera di Francesco di Valdambrino

Sant’Antonio Abate, la scultura lignea della Misericordia di Siena

Sant’Antonio Abate, la scultura lignea della Misericordia di Siena

Siena, 19 gennaio 2020 - Più che un restauro, una scoperta: tale è la nuova attribuzione della statua lignea del Sant’Antonio Abate nell’oratorio della Confraternita della Misericordia. Lo storico dell’arte Alessandro Bagnoli ha proposto Francesco di Valdambrino, celebre scultore senese tra trecento e quattrocento. L’annuncio, dopo un periodo di ricerche, studi e verifiche, alla Festa del Santo Protettore della Misericordia, supera la precedente attribuzione a Giovanni di Turino. "Da tempo - spiega Bagnoli -, la statua aveva richiamato la mia att enzione: alcuni aspetti alimentavano dubbi sulla paternità a Giovanni di Turino. Tuttavia, i quattro strati di colore sovrapposti creavano delle glassature che potevano disorientare. Il provveditore della Misericordia Andrea Valboni si è mobilitato per accogliere la mia richiesta di restauro".

Opera importante, la scultura ha interessato gli studiosi. "All’inizio del ’900 la statua fu attribuita al Vecchietta - continua Bagnoli -. Nel 1938 il soprintedente Peleo Bacci la presentò alla mostra in omaggio a Jacopo della Quercia. Nel 1949, fu esposta da Enzo Carli, direttore della Pinacoteca, alla mostra della scultura lignea senese e nel 1951 ne propose l’attribuzione a Turino di Sano. L’assegnazione si rifaceva ad alcuni aspetti che, per Carli, avvicinavano Sant’Antonio Abate ai due rilievi bronzei di Turino e del figlio Giovanni per il Fonte del Battistero di Siena. Allora Giovanni di Turino dimostrò una forte influenza dallo stile del grande fiorentino Lorenzo Ghiberti".

I dubbi di Bagnoli sono stati chiariti dopo il restauro di Stefania Bracci e Giovanni Gualdani, con l’alta sorveglianza della Soprintendenza. "Il riequilibrio della scultura mi ha permesso di accertare la somiglianza con alcune opere sicure di Francesco di Valdambrino: come i busti dei Santi protettori Ansano, Savino e Vittore nel Museo di Opera, l’Annunciazione del Museo di Asciano; il San Pietro del Museo di Montalcino, il Sant’Antonio Abate in San Domenico a Siena. Queste similarità e altri elementi dimostrano che la scultura lignea è opera della maturità di Francesco di Valdambrino. Il patrimonio storico artistico senese ha dunque acquisito un’opera di valore del Valdambrino, confemando il suo ruolo di protagonista nella Siena del primo quarto del quattrocento".