Sì al concordato, la Sansedoni evita il crac

Il d ecreto del Tribunale avvia la procedura per la società immobiliare. Il dg Luisa Marra: "Ecco i dettagli del piano per il futuro"

La sede della Sansedoni (Di Pietro)

La sede della Sansedoni (Di Pietro)

Siena, 9 gennaio 2020 - «Sansedoni Siena S.pA. comunica che, con decreto notificato in data 2 gennaio, il Tribunale di Siena ha dichiarato aperta la procedura di concordato preventivo proposta dalla società in data 26 giugno 2019. La procedura prevede la convocazione dei creditori per il 29 aprile per l’espressione di voto sulla proposta di concordato. La proposta di concordato, qualora approvata dai creditori e omologata dal Tribunale, consentirà di preservare l’esistenza e la continuità su Siena della Sansedoni. Arrow Global e Fondazione Monte dei Paschi contribuiranno a sostenere il piano di ristrutturazione e i livelli occupazionali della società per la migliore valorizzazione del patrimonio immobiliare a beneficio dei creditori". Con qualche giorno di ritardo e dopo settimane di apprensione per i silenzi del Tribunale, la notizia che la Sansedoni è riuscita a evitare il crac è di quelle che fanno iniziare bene l’anno. Ne è convinta anche Luisa Marri, direttore generale della società, che ieri ha partecipato al consiglio convocato per approvare il bilancio 2018. "Un ritardo ben oltre i limiti di legge - ammette Luisa Marri - ma gli amministratori chiedevano cifre certe per approvare i conti. Il passaggio del concordato era essenziale per definire le perdite". Con quale risultato si chiude il bilancio 2018? "Le perdite sono pesanti, 36,6 milioni di euro. Ma per 32,6 milioni sono rettitiche e svalutazioni immobiliari, 1,3 milioni sono oneri finanziari e un altro milione è per altre svalutazioni. Con l’avvio della procedura di concordato, non è necessario chiamare gli azionisti a ripianare le perdite". Cosa accadrà adesso? "L’adunanza dei creditori è fissata per il 29 aprile, entro i 120 giorni previsti per legge. Se la decisione del tribunale fosse arrivata prima, il percorso sarebbe stato più veloce. Bisognerà ottenere la maggioranza di ogni classe dei creditori, poi potrebbero esserci altre opposizioni. Se tutto andasse bene, l’omologa del concordato potrebbe esserci entro l’estate". Cosa prevede la proposta di concordato in continuità? E quali sono le percentuali delle banche creditrici? "Banca Mps ha il 57%, Banco Bpm il 22%, Bper il 10%, Rienza di Credito Fondiario l’ 11%, più un piccolissimo credito di Ubi Banca. Il primo passaggio sarà l’aumento di capitale di Sansedoni da 5 milioni di euro, a opera di Europa Investimenti, che avrà così il 95% della società. Il fondo Arrow investirebbe altri 10 milioni di euro e la Fondazione Mps 3 milioni per valorizzare il patrimonio immobiliare, con la nascita di un fondo chiuso del quale le banche creditrici deterrebbero delle quote in concambio dei crediti. L’immissione di nuova finanza renderà più semplice la dismissione del patrimonio immobiliare". Qual è il valore del patrimonio? "Se si guarda a quello presumbile di vendite all’asta, è basso, siamo sui 38 milioni e mezzo di euro. Se si guarda a quello di mercato, grazie alle valorizzazioni, si potrà superare quota 80 milioni. L’unico vero valore della Sansedoni è l’insieme di competenze e professionalità che ha maturato, 23 dipendenti che rappresentano un unicuum in ambito immobiliare. Siamo l’unica società che può fornire assistenza amministrativa, fiscale, finanziaria e strategica per gestire immobili, valorizzarli o dismetterli".