Salta l’apertura dell’anno accademico Il rettore sospende la cerimonia

"Era prevista il 21 novembre, con questo decreto dovrebbe essere fatta on line. E a me non piace"

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Per tre anni, dal 2008 al 2010, in coincidenza con la crisi finanziaria e l’ateneo vicino alla bancarotta, la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico saltò. Era rettore Silvano Focardi, il rito riprese nel 2011 con il rettore Angelo Riccaboni. Quest’anno sarà la pandemia Covid a far saltare l’evento all’Università. "L’inaugurazione era prevista per il 21 novembre, ma la rinvieremo, a tempi migliori. Avremmo potuto farla a distanza, online, ma non sarebbe stato lo stesso", annuncia il rettore Francesco Frati.

A novembre è prevista anche Bright, la grande notte?

"La Notte della ricerca sarà il 27 novembre, dovremo farla in edizione digitale. Certo, lo spirito dell’iniziativa, che è nella socializzazione, nel dialogo fra ricercatore e cittadino, a questo punto verrà meno".

Nel frattempo la didattica come procede?

"Tutti i corsi sono partiti in presenza e con il supporto tecnologico per garantire anche la didattica a distanza. Alll’interno dei presìdi universitari, in aula come nei corridoi, vedo molta responsabilità e mi auguro che gli studenti applichino questo comportamento anche al di fuori dell’ateneo. Perché è l’unico modo per evitare altre misure restrittive: dunque mascherine, distanziamento e niente assembramenti".

Gli studenti stanno frequentando le lezioni?

"C’è sicuramente chi sta utilizzando la teledidattica: ci sono gli studenti internazionali che non hanno avuto visti per entrare in Italia, ma anche una parte di studenti che sono qui a Siena e che più facilmente usano la teledidattica da casa. Da una settimana, con l’inasprimento delle misure restrittive e questa preoccupazione diffusa legata ai contagi, abbiamo notato un calo delle presenze a lezione".

Stranieri e borse Erasmus?

"Gli asiatici non sono tornati. Tre settimane fa abbiamo accolto circa 150 studenti Erasmus arrivati, poi la situazione è cambiata. Ora è difficile pensare a nuovi arrivi e a partenze: i Paesi con i numeri maggiori di scambi Erasmus sono Gran Bretagna, Spagna, Francia e Germania, che vivono come noi l’emergenza".

Casi Covid in ateneo?

"Sì, legati sia al personale che a studenti. Proprio oggi sono riprese le attività ad Economia, al polo San Francesco, che erano state bloccate per un contagiato. Va detto che i nostri spazi consentono il rispetto delle distanze, per cui a ogni caso positivo, vengono bloccate le lezioni in presenza, ma senza isolamenti o quarantene, se non per il diretto interessato. E la didattica continua in rete. Al momento abbiamo registrato contagi, con blocco della didattica in presenza, in un anno del corso di Medicina e a Studi internazionali".

Paola Tomassoni