Ruba soldi a pazienti in fin di vita La donna ha lavorato alle Scotte

Una oss di 55 anni ora a Prato è stata denunciata dall’Arma. Controlli per capire se ci sono. stati episodi simili a Siena

Non si è fatta alcuno scrupolo di coscienza a trafugare bancomat dai portafogli dei pazienti ricoverati in gravissime condizioni in ospedale e ad utilizzare le loro carte per acquisti sotto i 25 euro così da non dovere digitare il pin. A incastrare un’operatrice socio sanitaria di 55 anni, che ha lavorato anche alle Scotte come lei stessa evidenziava nel suo profilo Facebook, sono state le spese effettuate con il bancomat di una cinquantenne perfino nel giorno in cui la donna è morta per un tumore. Spese effettuate in alcuni supermercati e in farmacia nei giorni in cui la donna era ricoverata e che dunque hanno destato sospetti nel padre 82enne. Dopo la morte della figlia, l’uomo si è rivolto ai carabinieri del comando provinciale perché tra gli effetti personali della figlia mancava proprio il bancomat, che però risultava essere stato usato per effettuare pagamenti in alcuni negozi, in date e orari incompatibili con il ricovero in ospedale e, purtroppo, con il decesso. Dopo la denuncia, sono scattate le indagini che hanno permesso di individuare l’oss infedele. Quest’ultima, approfittando della sua attività a contatto con i malati, spesso incapaci di muoversi o incoscienti, si appropriava indisturbata delle carte elettroniche. Arrivata a Prato da Siena e in servizio al Santo Stefano da pochi mesi in area chirurgica, la oss, di nazionalità rumena, è residente a Firenze: i carabinieri guidati dal tenente colonnello Sergio Turini l’hanno denunciata alla Procura per furto aggravato e frode informatica e, coordinati dal pm Laura Canovai, stanno svolgendo ulteriori accertamenti per verificare se la 55enne non si sia resa responsabile di altri episodi. Magari proprio a Siena alle Scotte. Adesso la 55enne, che non ha problemi di natura economica - ha un lavoro pubblico, uno stipendio, una casa e una macchina - è in ferie forzate: l’Asl deve attendere la notifica di eventuali misure cautelari dalla Procura per attivare le procedure disciplinari ed arrivare, eventualmente, al licenziamento.