Euro 2020, il ricordo: "Quando convocai Mancini, allora era un ragazzino"

Poggibonsi, il racconto di Uliano Vettori: "Accadde 40 anni fa nella Nazionale giovani"

Da destra Uliano Vettori, Roberto Mancini e il medico Fino Fini

Da destra Uliano Vettori, Roberto Mancini e il medico Fino Fini

Poggibonsi (Siena), 13 luglio 2021 - E’ di marca valdelsana la prima maglia azzurra indossata, come giocatore, da Roberto Mancini. Il Commissario tecnico dell’Italia salita sul tetto d’Europa grazie all’impresa di Wembley, ricevette una specie di investitura più di 40 anni or sono da Uliano Vettori, all’epoca componente di un prestigioso staff giovanile al Centro federale di Coverciano e responsabile della nazionale scolastica.

Per una rassegna continentale in programma a Montaigu, nei Paesi della Loira, Vettori convocò anche il talento 15enne nato il 27 novembre 1964 a Jesi e pronto all’approdo sul principale palcoscenico con i colori del Bologna.

"Oltre alle qualità atletiche, Mancini possedeva già la stoffa del leader e la mentalità del trascinatore della squadra – ricorda oggi Vettori, dalla sua abitazione di San Gimignano – tanto che nell’arco di una stagione o poco più si sarebbe avvicinato alla serie A proprio con il Bologna, allenato in quel periodo da Tarcisio Burgnich. Una fase di crescita proseguita per Mancini con il passaggio alla Sampdoria nel 1982 e con la successiva scalata dei blucerchiati sino alla scudetto del 1991 e alla finale di Coppa dei Campioni di dodici mesi più tardi".

Vettori individuò quindi nell’adolescente Mancini le potenzialità del fenomeno. Difficile, certo, prevedere per quel ragazzino addirittura un futuro da Ct capace di far rinascere l’Italia del calcio… "Adesso, alla luce del traguardo raggiunto da Chiellini e compagni, non posso che essere ancor più soddisfatto per aver consentito a Mancini di esordire in una nazionale baby", aggiunge Vettori, che nel suo tragitto di maestro del calcio ha conosciuto giocatori destinati a ruoli di mister ai massimi livelli. Tra loro anche Luciano Spalletti, Walter Mazzarri e Marco Giampaolo.

"Con Mancini ci siamo incontrati in altre occasioni, in un’amichevole estiva nel 1987 tra il mio Poggibonsi e la sua Sampdoria guidata da Vujadin Boskov e in momenti meno remoti a un’edizione della Panchina d’oro organizzata dalla Figc, insieme con il dottor Fino Fini, già medico della Nazionale, scomparso nel 2020. "Roberto ha compiuto davvero tanta strada – conclude Vettori – ma non dimentica quella primissima maglia azzurra nel torneo disputato in terra di Francia a cui parteciparono anche suoi coetanei Marco Macina e Ivano Bonetti".