Ristoranti e bar aperti, un atto di presenza

Solo per due giorni, domani si tornerà in zona arancione. "Una decisione emotiva e non economica. I danni subìti sono ingenti"

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Ristoranti e bar aperti, ma solo per due giorni. Sabato e domenica infatti si tornerà in zona arancione, senza nessuna certezza sulle prossime settimane. Il continuo valzer di colori non aiuta i ristoratori, molti dei quali hanno deciso di non riaprire. I pochi che invece hanno scelto di tornare a servire ai tavoli hanno pochissimi clienti.

"E’ stata una decisione emotiva, non certo economica – commenta Alberto Querci del ristorante pizzeria Il Bandierino-. Il danno è così elevato che stare aperti o chiusi cambia poco. Nei giorni lavorativi i clienti non ci sono, nel fine settimana sarebbe diverso. Inoltre questo continuo cambiamento dei colori aggrava una situazione già al limite. Sull’andamento della pandemia non influisce l’apertura dei ristoranti, nei quali ci sono norme e limitazioni. Nonostante questo però ci troviamo anche adesso a poter lavorare soltanto pochi giorni a settimana".

Difficile anche organizzare le attività con le continue chiusure e riaperture. "E’ essenziale avere buoni rapporti con i dipendenti, ma programmare il lavoro così è molto complesso". Coloro che hanno deciso di riaprire per soli due giorni sono infatti soprattutto i ristoranti che fanno asporto, ma molti di questi propongono un menù ridotto. "Abbiamo riaperto, ma non con il menù completo, soltanto primi e pizza - spiega Salvatore Monterosso dell’Osteria Pizzeria Carla e Franca -. Gennaio anche nella normalità è un mese con poco lavoro, adesso ci sono ovviamente ancora meno persone. Durante la settimana per cena è più facile che ci siano clienti, ma solo con il pranzo non si può lavorare". Pochissime infatti le persone in giro per la città e poche quelle che hanno deciso di pranzare fuori. "Oggi siamo partiti con un tavolo, poi una decina di persone siamo riusciti a farle - commenta Marco Coppi dell’Osteria Babazuf-. Non è il massimo però, considerando il periodo ed il giorno lavorativo, siamo moderatamente soddisfatti".

Con l’incertezza sul futuro resta difficile però organizzare il lavoro e decidere se stare aperti per pochi giorni. "Le comunicazioni arrivano troppo tardi, fino all’ultimo non si sa cosa si può o non si può fare. In questo modo non si può programmare il lavoro, i prodotti da acquistare. Noi abbiamo sempre fatto l’asporto, ma per chi non lo fa capisco che non ha senso aprire per due giorni. Adesso vedremo cosa succederà dalla prossima settimana, soprattutto per quanto riguarda il week end".

La chiusura serale resta un problema non solo per i ristoranti, ma anche per i bar, che lavorano soprattutto con aperitivi e dopo cena. "La riapertura vuole essere soprattutto un segnale di vicinanza ai cittadini, non certo perché ci sia un guadagno- spiega Michele Petricci di Bottega Roots-. La situazione è molto pesante e vedere assembramenti in altri luoghi con le attività che , rispettando le norme, potrebbero stare aperte è una presa in giro. In un locale, soprattutto se così grande, si può mantenere la distanza senza problemi. Se dovremo stare chiusi ancora la sera e il fine settimana non so se apriremo per i soli giorni lavorativi".

Veronica Costa