Risparmiatori truffati con finti investimenti online, smascherati i responsabili

La truffa: offrivano guadagni facili proponendo di investire somme di denaro in titoli, azioni, obbligazioni, derivati e valute proponendo un bonus di ingresso fino al 200% della somma versata

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Siena, 22 maggio 2020 - Offrivano guadagni facili proponendo di investire somme di denaro in titoli, azioni, obbligazioni, derivati e valute proponendo un bonus di ingresso fino al 200% della somma versata. È quanto messo in atto da una organizzazione composta da quattro 4 soggetti di origine albanese, di cui 3 residenti a Torino e Siena, denunciati alla Procura di Roma nell'ambito di una indagine condotta dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza in cui si ipotizzano i reati di truffa aggravata ed esercizio abusivo di attività finanziaria. In base a quanto ricostruito dalla Gdf, dopo il versamento iniziale da effettuare su un Iban danese intestato ad una società londinese, i risparmiatori potevano accedere alle piattaforme online ed usufruire dei servizi di consulenza per effettuare investimenti sul mercato finanziario.

Quasi subito, però, il cliente veniva contattato dai sedicenti esperti del mercato ed informato che le negoziazioni erano in perdita, spingendolo sistematicamente al deposito di ulteriori somme di denaro, senza alcuna possibilità di recupero di quelle versate né di altra forma di effettiva remunerazione.

Le indagini hanno avuto origine dalla denuncia di un risparmiatore italiano vittima della truffa attuata mediante l'utilizzo di piattaforme informatiche online prive di autorizzazione allo svolgimento di attività finanziarie da parte della Consob. I portali erano localizzati su server in Germania e indicavano come 'Registrant' una società con sede nelle Isole Marshall. Le modalità di contatto da parte dei falsi promotori avvenivano da utenze telefoniche ed account di posta elettronica intestati a soggetti ucraini non identificabili e facenti capo a connessioni effettuate dall'Albania e dagli Emirati Arabi. Gli approfondimenti investigativi svolti dai militari del Nucleo Speciale hanno analizzato le transazioni finanziarie effettuate tramite la società di intermediazione del Regno Unito, nonchè contatti effettuati mediante un servizio di tipo V.o.IP. (Voice Over IP, con una numerazione telefonica «virtuale»). Specifiche attività di monitoraggio della rete ed ulteriori accertamenti effettuati alle banche dati della Guardia di Finanza hanno permesso di appurare che il volume di affari del raggiro ammonta a centinaia di migliaia di euro. È stato quindi così possibile ricostruire la rete di rapporti e risalire ai componenti dell'organizzazione. Su richiesta della Procura, il gip ha emesso un decreto di sequestro preventivo, mediante oscuramento, dei quattro portali riconducibili alla società.