"Rifiuti, dalle inchieste ai nuovi impianti"

Diprima, direttore generale dell’Ato, racconta cinque anni al timone. "Quando arrivai i Comuni erano in guerra e Sei era commissariata"

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Paolo Diprima, veneziano, da cinque anni a Siena, è il manager che ha messo a regime il complesso settore pubblico dei rifiuti della Toscana Sud, avviando l’Ato, ente regolatore dei servizi ambientali che riunisce 103 comuni delle province di Siena, Arezzo e Grosseto, serviti dal gestore unico Sei Toscana. Ato è l’appaltante (per conto dei Comuni) del servizio rifiuti, aggiudicato con gara regionale nel 2014 a Sei Toscana. Diprima è arrivato come direttore generale il 2 ottobre 2017 e a fine giugno andrà in pensione: Ato allora era al centro dello scandalo, travolto da un’inchiesta giudiziaria scaturita dalla gara di servizio e decapitato del dg Andrea Corti, finito agli arresti, insieme ai vertici di Sei Toscana, società commissariata. Gli inizi sono stati in assemblee dei sindaci infuocate, chiamato a mediare fra i Comuni e il gestore Sei Toscana.

Cosa ha trovato nel 2017 all’arrivo in Ato?

"Una situazione difficile - replica Diprima -: il precedente dg era stato messo fuori in seguito all’inchiesta e Ato era senza direttore, fermo per quasi un anno. Sei Toscana era commissariata da Anac ed era palpabile l’insoddisfazione dei Comuni per il servizio e le tariffe. Poi la questione impianti, che da gara avrebbe dovuto fare Sei Toscana, attraverso il socio Unieco Ambiente, vicino al crac. E il territorio aveva bisogno di impianti di lavorazione dei rifiuti, visto che le discariche sarebbero esaurite".

Come lascia ora Ato?

"Abbiamo risolto molti dei contenziosi e instaurato rapporti stabili con Sei Toscana. Fondamentale è stato arrivare al Piano di riorganizzazione dei servizi in tutte le 18 aree territoriali dell’ambito, approvato nel gennaio scorso dall’assemblea. Contestualmente è stato approvato il Piano Industriale di Sei Toscana. La compatibilità dei due Piani genera e copre i costi del servizio: questo lavoro è stato facilitato dall’arrivo del socio Iren in Sei Toscana. Il servizio per l’ambito oggi vale oltre 180 milioni di euro l’anno, di cui 130 milioni per raccolta, spazzamento e trattamento della frazione differenziata e 50 milioni per il trattamento agli impianti dell’indifferenziato e organico. La stabilizzazione del servizio è ora garantita da investimenti per 150 milioni in 5 anni a carico di Sei Toscana".

Poi ci sono gli impianti: quale è la prospettiva?

"Sienambiente sta realizzando nell’area delle Cortine un biodigestore anaerobico, che produrrà metano dalla lavorazione dell’organico, un impianto da 35mila tonnellate in attivazione entro l’anno prossimo. Per la realizzazione è stata fatta richiesta di finanziamento con i fondi Pnrr. Nell’Aretino invece la dismissione di Podere Rota coincide con l’ampliamento del termovalorizzatore di San Zeno, potenziato fino a 75mila tonnellate e in futuro fino a 120mila. Anche qui sarà fatto un biodigestore anaerobico".

Quale è l’obiettivo?

"La tariffa puntuale, ovvero far pagare il cittadino per la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti, che comporterà un risparmio per l’utente virtuoso. La futura tariffa sarà costituita da una parte fissa, in base alle dimensioni dell’immobile e una parte variabile calcolata sulla quantità di rifiuti non differenziati conferiti. In alcuni Comuni in un paio di anni ci si arriverà; più facile per quelli piccoli e non turistici".

A Siena c’è però un malessere diffuso.

"Siena sta vivendo la riorganizzazione ed è fisiologico all’inizio qualche disagio. Poi con la continuità dell’operazione e la stabilità del nuovo servizio le difficoltà vengono superate: il cittadino deve assimilare e fare proprio il cambiamento".

Le prossime sfide per Ato?

"Completare il Piano di riorganizzazione dei rifiuti nei Comuni, attuare il piano degli impianti e rafforzare il rapporto con i Comuni, che passa dal controllo sul servizio. I Comuni hanno una piattaforma online sulla quale segnalare disservizi".

Paola Tomassoni