Riapre la passeggiata dietro le antiche mura

San Gimignano: dopo due anni di lavori, a fine agosto si chiudono i cantieri. Investimento da un milione di euro per sanare il crollo

Migration

Un’altra monumentale opera dal costo di un milione di euro sta per essere restituita a fine agosto ai cittadini delle torri e al mondo dopo due anni di lavori. E’ la storica, suggestiva, romantica passeggiata del sentiero con la terrazza naturale a cielo aperto dietro le Mura. Ancora chiusa per motivi sicurezza, ma il cantiere toglierà le tende a fine agosto con il successivo taglio del nastro.

Infatti i lavori sono oramai agli sgoccioli: "Questione di un paio di mesi", dicono i maestri restauratori della specializzata azienda abruzzese ’Edilizia Costruzioni Polisini’ di Teramo, guidati dal capo cantiere il geometra Mirco Sansonetti con i restauratori Filippo Trasatti, Piero Di Carlo, Alessandro Cicconi e Domenico Iannone. Da due anni questi cinque restauratori sono pendolari fra Teramo e San Gimignano. Quattrocento cinquanta chilometri a settimana. Un bel viaggio. La ’Edilizia Costruzioni Polisini’ è una azienda-impresa con oltre 100 dipendenti che lavora nelle importanti opere sia in Italia con il ministero della Cultura sia all’estero e sono stati fra i primi restauratori ad entrare nella città de L’Aquila colpita dal terribile terremoto. Si occupa di nuovi edifici come gli ospedali e gli immobili religiosi, nonché di edifici storici in restauro e per la prima volta anche della frana sotto le mura di San Gimignano. In questi due anni di lavoro, spiega il geometra, "sono state eseguite opere in due fasi distinte: la prima di rinforzo e consolidamento alle mura con tiranti di acciaio dal paramento murario alla roccia retrostante in modo da evitare l’eventuale ribaltamento con iniezioni di malta strutturale". Nella seconda fase invece c’è stata "la creazione della nuova passeggiata con sottofondazioni di micropali, di punti panoramici e di un nuovo parapetto in acciaio. Il tutto con la neessaria illuminazione".

Sansonetti ricorda inoltre: "La sfida più grande per noi è l’organizzazione del cantiere e il trasporto dei materiali e delle attrezzature al suo interno con l’uso di mezzi di piccolissime dimensioni, a causa del poco spazio disponibile in larghezza (appena 1.50 m). Pertanto non possiamo permetterci neanche dei piccoli errori poiché possono gravare notevolmente sulle tempistiche". Poi conclude: "Siamo soddisfatti e orgogliosi che la nostra azienda sia stata conosciuta e, crediamo, anche apprezzata per aver rimesso a nuovo e in sicurezza una parte della secolare storia di San Gimignano, patrimonio dell’umanità".

Romano Francardelli