"Resterò un sindaco prestato al Senato La politica è una fase, non è tutta la vita"

Silvio Franceschelli da Montalcino eletto a Palazzo Madama. "Se il collegio fosse rimasto senese, avrei vinto senza problemi. Con Letta c’è amicizia da anni, non l’ho sentito in queste ore. La scelta di non andare con i 5Stelle è stata emotiva ma collegiale"

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di Pino Di Blasio

"Ti posso chiamare tra un quarto d’ora? Sono in un cantiere dell’Acquedotto del Fiora, per la depurazione e per sistemare le buche aperte dopo la bomba d’acqua di domenica". Silvio Franceschelli trascorre il primo giorno da senatore nello stesso modo in cui aveva trascorso i giorni precedenti: occupandosi degli affari del comune di Montalcino. "Mi hanno fatto ridere gli altri candidati nei collegi che si vantavano di essere rappresentanti del territorio. Io non mi sento del territorio, io sono del territorio. Ho percorso 8mila chilometri in campagna elettorale, lo prova il tachimetro della mia macchina. Sarò un sindaco prestato alla politica nazionale".

Le pesa il fatto di essere stato surclassato in un collegio considerato sicuro, da Simona Petrucci, assessore all’ambiente di FdI a Grosseto?

"Non era lo stesso collegio dei decenni precedenti, se fosse rimasto quello avrei vinto senza problemi. Il collegio senese è sempre in mano al centrosinistra, in provincia abbiamo 7-8mila voti in più del centrodestra. Ci sono delle aree di sofferenza, le aree interne, problema che da sindaco segnalo da tempo".

Era il candidato preferito di Enrico Letta, ha fatto campagna elettorale per lei. Non le dispiace per l’epilogo e l’addio annunciato alla segreteria Pd?

"Sono legato a Enrico da un rapporto di stima e di amicizia, da anni, da prima che lui avesse un ruolo politico. Credo che abbia dimostrato molta serietà in questi anni. Le elezioni lasciano sempre degli effetti, di euforia o di scoramento. Ma quando avvengono grandi mutamenti, serve il silenzio e lasciar decantare le cose. Prendersi qualche giorno di tempo prima di decidere".

Non voleva che Letta lasciasse?

"Ha scelto di lasciare la segreteria, è la decisione più giusta rispetto alla sua persona".

Non pensa che l’idea di ’campo largo’ maturata a Siena sarebbe stata quella vincente?

"Prima del risultato elettorale, il Pd non avrebbe tollerato un’alleanza con i 5Stelle e Conte. Oggi si fanno valutazioni diverse. E’ stato un sentimento collettivo andare da soli, una decisione collegiale. Ma in politica bisogna pensare al lungo periodo, è l’invito che faccio sempre a me stesso. Lasciare maturare le cose, le scelte emotive a volte pagano, a volte no".

Che effetto le fa sentire ’senatore Silvio Franceschelli’?

"L’elezione al Senato non cambierà la mia natura di uomo semplice. Tutti i passaggi della politica sono relativi e temporanei: può darsi anche che l’elezione al Senato salti, che il ricorso di +Europa venga accolto. Il Parlamento non mi fagociterà. Si vive alla giornata con la consapevolezza che la politica è una fase della vita, ma non è la vita".

Roma non la tenta?

"E’ una gran bella città ma sono molto più legato a Montalcino, a Siena, alla Toscana. Come ti ho detto sarò un sindaco prestato alla politica. Mi impegnerò al massimo al Senato, per il tempo che durerà questa cosa. Può essere anche che domani il Viminale mi dica che si sono sbagliati e che non sono stato eletto".

E’ così fatalista?

"Se andrà bene sarà una bella esperienza per me e un’opportunità per il territorio. Collaborerò con tutti sulle questioni concrete, su infrastrutture e sviluppo non esistono barriere ideologiche. Se andrà male, pace".

Cosa vorrà fare al Senato?

"Quando arriverò lì cercherò di capire dove potrò essere più utile. Mi fido delle cose di cui ho il controllo. Non temo nulla, aspetto la proclamazione".

Ai tempi di Malagodi presidente del Senato il Chianti Aiola era il vino di Palazzo Madama. Lei porterà il Brunello?

"Penso ci sia già, è il vino più famoso al mondo. Molti senatori mi chiederanno bottiglie".

Gioca a fare il ’Peppone’ del terzo millennio?

"Sono un uomo semplice, parlo in maniera diretta ma porterò la cravatta e ho massimo rispetto delle istituzioni".

Quale sarà la sua strategia?

"All’opposizione in difesa dei principi fondanti, dei diritti civili e della Costituzione. Collaborazione sui problemi concreti, come sanità territoriale, Banca Mps e infrastrutture. Sarà una strategia a linea doppia".

Ha sentito Letta?

"No, penso siano momenti convulsi. Ora gli scriverò, ma c’è tempo, stima e amicizia e non c’è bisogno di parole. Ho sentito Simona Petrucci, le ho fatto i complimenti per l’elezione. Le istituzioni non hanno bisogno di liti, ma di cooperazione".

Cosa salverebbe per Siena da queste elezioni?

"L’unità tra sindaci e all’interno del Pd. Di buono vorrei portare il modello unitario di gestione della campagna elettorale".

Troverà casa a Roma?

"Quando andavo con mio babbo per la Coldiretti avevamo una stanza dalle suore. Troverò un punto d’appoggio, non una casa. Non sarò assenteista, ma non traslocherò a Roma".