"Readytec cresce, ora più donne ai vertici"

L’azienda di Chiusi punta a fatturare 46 milioni con l’intelligenza artificiale. La manager Pompili: "No alle quote rosa, sì alle competenze"

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di Federica Damiani

"Non avrei sopportato l’idea di passare per raccomandata. Se qualcuno pensasse che io rivesto questo ruolo solo grazie al mio cognome mi farebbe male. Così ho lavorato il doppio, forse anche il triplo. Ho trascorso questi anni in azienda con l’ossessione di dimostrare il contrario".

Silva Pompili, presidente di due società controllate del gruppo Readytec e consigliere con delega al retail nella SpA e responsabilità per il controllo di gestione del gruppo, racconta il suo mondo di equilibri e determinazione. Mamma di Camilla, "una dolcissima adolescente" e moglie di Fabio, tecnico teatrale, ha iniziato con una laurea in economia e commercio e un master in Bocconi per approdare nell’azienda fondata dal padre.

Il Gruppo nasce a Chiusi nel 1964 da una cellula di Olivetti e negli anni ’80 nasce Readytec che diventa leader nel settore dei servizi avanzati alle imprese e primo partner TeamSystem italiano. Oggi il gruppo Readytec, composto da 9 aziende controllate più 3 partecipate conta 360 tra dipendenti e collaboratori, diecimila clienti, 15 sedi sparse per l’Italia e 43 milioni di fatturato.

"Anche quest’anno siamo in budget – dice Pompili – l’obiettivo è fatturare 46 milioni. E vogliamo raggiungere il risultato. In questo strano anno dove l’e-commerce salva le aziende, anche i servizi gestionali rappresentano la voce di maggior investimento nelle imprese. La parola chiave sarà digitalizzazione".

L’ultima scommessa e anche la più divertente per Silva Pompili è il progetto di intelligenza artificiale. Si chiama Algho ed è una piattaforma che sfrutta le più moderne tecnologie per creare l’assistente virtuale perfetto. Già venduto in partnership con la società senese QuestIt al comune di Siena, Sovicille, alla ASL Toscana sud e all’Istituto tumori Pascale di Napoli.

"Credo che Readytec funzioni perchè la proprietà appartiene a 54 soci che lavorano tutti in azienda, solo tre di questi posseggono oltre il 10% delle azioni – spiega Silva Pompili – siamo una famiglia. Il nostro è un modello di azionariato diffuso che crea senso di appartenenza, di coinvolgimento. Questo è il primo punto fondamentale. Il secondo è cercare sempre qualcosa di nuovo in cui credere e che guardi al futuro. I dividendi vengono distribuiti solo da qualche anno. Li abbiamo reinvestiti, abbiamo consolidato e cercato nuovi progetti da sviluppare". Readytec in questo periodo difficile non ha utilizzato la cassa integrazione per i propri dipendenti che, da subito hanno lavorato in smart working. "Oggi abbiamo lo stesso livello di lavoro dei primi mesi dell’anno – continua – non abbiamo subito scossoni". Silva Pompili non crede nelle quote rosa. "Il concetto in sè già ghettizza una donna che dovrebbe essere assunta per le proprie competenze e non in base al sesso. Non mi pare un grande risultato per noi. Io, rispetto ad un uomo, credo di gestire i rapporti in una maniera più empatica, quasi totalizzante. Per questo credo che ci vorrebbero più donne a capo di aziende. Abbiamo una diversa sensibilità di approccio". Una sensibilità che si percepisce quando parla della sua città. "Chiusi è il luogo dove sono nata, dove vivo e lavoro. In passato ho tentato di contribuire fattivamente alla realtà comunale prendendo la presidenza della ‘Fondazione Orizzonti’ ma è stata una delusione non per l’esperienza in sé che è stata bellissima ma per come si è evoluta. Mi sono anche candidata come consigliere comunale ed è stata un’altra esperienza da dimenticare".