Rapolano, fornaio angelo custode di anziani

Geologo, ha proseguito l’attività del padre. Alessio Arezzini durante l’emergenza sanitaria è diventato un riferimento per i cittadini.

Migration

di Rosario Simone

"Nel pieno dei mesi di emergenza Covid, durante i quali era molto problematico spostarsi da casa, ricevevo un numero incalcolabile di telefonate. I miei clienti abituali avevano il mio numero di cellulare ma a loro volta decine di altre persone ogni giorno chiedevano loro il mio numero". Inizia così il racconto di Alessio Arezzini, classe 1993. Ad un anno dalla laurea in geologia ad Alessio purtroppo viene a mancare papà Luigi il quale aveva messo su un forno molto apprezzato in paese. "In questo forno ci sono cresciuto – racconta Alessio – mio padre lo aveva avviato con grandi sacrifici. Non me la sono sentita di chiudere e, dopo una riflessione molto sofferta, ormai quattro anni fa ho preso la mia decisione. Con mamma Gioia, ho deciso di proseguire l’attività di famiglia".

Alessio si organizza. C’é una ragazza che aiuta in negozio ed un fornaio esperto che fa lo stesso. "Facciamo pane toscano, pane salato, curiamo ogni cosa con le nostre mani, dalla lievitazione alla lavorazione completa". Parte della produzione è destinata alle consegne a domicilio. Alessio si occupa di Rapolano mentre mamma Gioia copre le Serre e Asciano. "Appena è scattata l’emergenza sono stato letteralmente tartassato di telefonate. In una zona dove normalmente vendevo 5 pagnotte ecco che di colpo me ne chiedevano 20 con punte fino a 30. Ogni giorno le richieste di pane a domicilio aumentavano. Da un punto di vista dello stress fisico era poco meno di un inferno. Dormivo un’ora a notte fino a quando, nei giorni di Pasqua, mi è venuto un attacco di panico e ho dovuto chiedere un aiuto".

Alessio però non si limita a lasciare le pagnotte davanti alla porta di casa. Cerca di farsi carico di ciascuna situazione. "Intanto ero attrezzato con guanti, mascherina e quant’altro che cambiavo spessissimo. La maggior parte dei clienti era costituita da anziani e, per di più, spesso si trattava di gente che viveva nei poderi o comunque zone non comode da raggiungere. Mi rendevo conto che proprio gli anziani erano la fascia di popolazione più fragile e quindi a rischio. Facevo del mio meglio per non farli uscire di casa, spesso salivo rampe di scale per arrivare sull’uscio. Per non passare tutti i giorni, proponevo delle consegne doppie in modo che tutti avessero un minimo di scorta".

Insomma dove prima Alessio consegnava 100 pani, a volte la richiesta si moltiplicava per cinque ma la gente nel frattempo aveva il tempo di apprezzare la bontà del prodotto insieme a quella del servizio. "Per fortuna la fase critica della quarantena si è poi allentata, anche perché, al di là di tutto, non avrei potuto reggere quei ritmi ancora a lungo. Le vendite e le consegne sono calate e noi siamo ritornati ad una situazione di routine. Ma la sorpresa è stata grande quando ci siamo resi conto che la gente in quei tre mesi si era affezionata al prodotto e in qualche modo anche a noi - commenta Alessio – Ad occhio e croce la clientela è aumentata mediamente del 10 per cento rispetto alla situazione pre-Covid. Anche la mappa della clientela nel frattempo è mutata. Riceviamo più richieste a domicilio e anche qui in negozio viene più gente, non solo dal nostro comune ma anche da Asciano. E’ come se fossimo stati parzialmente premiati per quei tre mesi di inferno"