"Ranza, guariti i detenuti positivi"

San Gimignano, l’annuncio del direttore del carcere Giuseppe Renna: "Ancora a casa gli agenti asintomatici"

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di Romano Francardelli

Sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo, che l’invisibile Covid dopo essere entrato in punta di piedi fra le celle di Ranza e dintorni, finalmente sia uscito dal cancello scorrevole senza chiedere nessun permesso speciale a chicchessia. Neppure al triage di controllo all’ingresso del penitenziario. Ed ecco la buona notizia: tutti negativi i nove detenuti di alta sicurezza positivi al virus di questi giorni.

Sospiro di sollievo da parte dello stesso direttore della Casa di Reclusione di San Gimignano, il dottor Giuseppe Renna, nell’annunciare questa importante notizia, ’positiva’ nel senso buono della parola: la realtà sanitaria a Ranza ospita circa 300 detenuti in regime di alta sicurezza. Il virus si era fatto strada tra i detenuti, cosa che preoccupava e non poco tutta la comunità di Ranza. Colloqui sospesi così come tutte le altre attività sociali e culturali e la scuola. Ridotta anche la presenza del cappellano don Luca Galigani ai soli colloqui individuali in attesa di celebrare la domenica la messa con doppi controlli sanitari. "Debbo dire che abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare per i detenuti positivi, quasi tutti asintomatici. Ora sono tutti negativi. Gli agenti positivi asintomatici sono ancora a casa. In buona salute". Questa la riflessione a cuore aperto, con la gentilezza che lo distingue, del direttore Renna, pugliese di Lecce ma oramai adottivo in Toscana, un ’pezzo da 90’ della giustizia, fra le direzioni degli istituti di Ranza e Arezzo. In questa pandemia il direttore si è trovato di fronte a una decisione piuttosto insolita riguardo a un detenuto italiano: l’uomo, positivo ma asintomatico, doveva lasciare Ranza per aver scontato la pena con la giustizia. Era quindi oramai libero. Tenerlo in isolamento a Ranza per la quarantena prevista della normativa non era quindi possibile. La legge non lasciava dubbi di interpretazione. Altrimenti ci sarebe stato il rischio di vedervi, in termini di legge, un "sequestro di persona". E su questo delicato episodio, spiega il dottor Renna, "devo ringraziare il parroco di San Gimignano monsignor Mauro Fusi per avermi aiutato a trovare la soluzione". Per il detenuto di Ranza non c’è stato alla fine bisogno di quarantena: l’ultimo tampone è risultato negativo, quindi l’uomo è partito per tornare a casa con l’aiuto dei volontari della parrocchia.