Quando domenica scorsa nel corso del primo set Giacomo Raffaelli è entrato al posto di Van Garderen è svoltata la partita della Emma Villas. Grossetano, classe 1995, lo schiacciatore con la maglia numero 7 vuole ritagliarsi uno spazio importante nello scacchiere di coach Pelillo. La vittoria con Monza ha ridato fiducia all’ambiente. Come si esce da questa situazione? "Ci stiamo lavorando, stiamo parlando fra di noi, cercando di risolvere i problemi che abbiamo. Sicuramente il lavoro è una cosa molto importante e porta risultati, non possiamo dire che non ci stiamo impegnando, sarebbe una bugia. Poi quando scendi in campo la domenica è diverso, non è facile spiegare cosa dovremmo o non dovremmo fare, dobbiamo lavorare ogni giorno sempre di più". Quando ha iniziato a giocare? "Ho iniziato a 14 anni, prima avevo fatto otto anni di tennis e un anno di pallamano. Ero bravo a pallamano, avevo le mani grosse rispetto alla media; dopo un anno ero già stato chiamato in nazionale, però smisi. Avevo lasciato il tennis in modo brutto, litigando un po’ con i miei, ero molto preso da quello sport". Il suo idolo? "Federer. Per me lui è il tennis". Una passione extra volley? "Da buon maremmano vado a caccia, quando posso. Ho il porto d’armi, mi piace, ho diversi cani, vado con mio padre. Poi ovviamente gli amici, la famiglia, la mia ragazza, il mare a Castiglione, Le Rocchette, Cala Violina". Se non fosse giocatore? "Mio padre aveva un’azienda, una delle più grandi d’Italia, un’officina che ripara camion. Quindi molto probabilmente sarei entrato lì, mi avrebbe fatto anche piacere continuare perché sarei stato la terza generazione. Però purtroppo lui è andato in pensione e io volevo andare avanti con la mia carriera pallavolistica. Un po’ mi è dispiaciuto, ci tenevo". Ha fatto anche un’esperienza di due anni in Francia, a Poitiers. Come si è trovato? "Molto bene. È una esperienza a cui ho iniziato a pensare quando ero al secondo anno di Ravenna, l’avrei voluto fare ad un’età più avanzata, quando avevo già messo su famiglia. Invece poi mi arrivò questa offerta, avevo 24 anni, la consiglio a molti giovani che non trovano spazio in Italia, è un bel campionato equilibrato, due settimane fa la prima e la seconda hanno perso con l’ultima e la penultima. È veramente una bella esperienza, sono contento di averla fatta e non escludo di rifarla in futuro". Il sogno nel cassetto? "Partecipare all’Olimpiade". Stefano Salvadori