"Pugnalata con una bimba in braccio. Voglio giustizia per mia madre"

Giselda Anselmi, 90 anni, racconta l'assassinio della madre nel 1944. Ora si è rivolta alla procura di Siena

Giselda Anselmi con il figlio Roberto Tartagli

Giselda Anselmi con il figlio Roberto Tartagli

Siena, 6 settembre 2019 - «Quante volte ho ripensato al 22 giugno 1944? Quel momento lo devo ancora dimenticare». Piange, Giselda Anselmi. «Tutti i minuti, ogni istante. Tranne le poche ore che dormo, perché ce l’hanno fatta troppo grossa. Avevo 14 anni e mezzo, la sorella maggiore 17. E la minore pochi giorni, essendo nata a maggio. Era in braccio a mamma Ottavia, che tutti chiamavano Ida, quando l’accoltellarono e poi le spararono perché tentava di ribellarsi alla violenza. Un mondo così non dovrebbe esistere». La voce s’incrina, ancora lacrime. Il dolore della perdita e le difficoltà che sono seguite hanno accompagnato la vita di questa donna che si è fatta forte nonostante l’omicidio avvenuto davanti a lei, nelle campagne di Radicofani, mentre la sua famiglia si spostava per raggiungere la nonna a Corvaia, durante la Liberazione nella Seconda guerra mondiale.

Giselda, che l’11 settembre compirà 90 anni ma ha mente lucida e vitalità da fare invidia, di questo assassinio chiede ora giustizia alla procura della repubblica di Siena. E’ stato aperto un fascicolo, dopo la sua denuncia e quella del figlio Roberto Tartagli, noto avvocato. Si è in attesa dell’incidente probatorio per cristallizzare un racconto «per filo e per segno già fatto con calma e nei dettagli al mio legale Paola Pantalone. Non ho ancora parlato con i carabinieri ma sono pronta. Prima di morire vorrei avere giustizia», chiede questa nonna madre di 4 figli e con 9 nipoti. Nella vita ristoratrice di successo.

Intervista integrale a madre e figlio su La Nazione