Prova ’green pass’ per le aziende dei servizi

Sei Toscana, Estra e Adf hanno varato dei protocolli per controllare che i dipendenti rispettino le regole. Il primo test il 15 ottobre

Migration

Da venerdì 15 ottobre anche il lavoratore dovrà esibire il green pass: lo dovrà fare il dipendente entrando in azienda o anche in negozio o in ufficio, ma anche il lavoratore autonomo, con partita Iva, il libero professionista; l’artigiano come l’ingegnere o l’avvocato, il lavoratore di impresa privata come quello della pubblica amministrazione.

C’è un decreto legge del governo: l’incipit è stato in ambito scolastico, con obbligo per docenti e personale delle scuole e ora lo stesso obbligo varrà in tutti i luoghi di lavoro. Tocca al datore di lavoro controllare l’adeguamento alla legge dei suoi dipendenti. E le grandi aziende di servizi si sono messe al lavoro per arrivare pronte al 15 ottobre. Estra, colosso del servizio energetico con oltre 700 dipendenti e tante aziende collegate, ha già avvisato le sue risorse umane: il dg Paolo Abati ha diffuso una circolare rendendo noto che dal 15 ottobre si entra in azienda solo con il green pass.

Sono stati individuati delegati di ogni sede al controllo degli ingressi. Unica deroga per chi è in smart working, che comunque ad oggi resta praticabile in Estra fino a fine ottobre, poi potrebbe subire qualche adattamento o variazione. Chi non ha green pass, dunque non è vaccinato (con prima dose fatta da almeno 15 giorni) o non ha un tampone valido (fatto nelle ultime 48 ore in caso di test rapido e entro 72 se è molecolare) è considerato assente ingiustificato:¨scatta così la sospensione dal lavoro senza retribuzione, con l’aggravio di sanzioni applicabili da parte dell’azienda. Che però non può arrivare al licenziamento. Stessa linea, più o meno, quella seguita da Acquedotto del Fiora: adeguamento alla legge, senza violazione della privacy. Il lavoratore è chiamato a rispettare le regole, ma le sue scelte sono dati sensibili: al dipendente non può essere chiesto se sia vaccinato o guarito dal Covid o se abbia fatto il tampone. Di qui l’impossibilità di essere trasferito in altra mansione, visto che l’azienda non sa e non può sapere per quanto tempo il lavoratore non sarà in possesso di green pass. Il Fiora ha 421 dipendenti, di cui 164 unità di personale operativo. Il gestore del servizio idrico delega il controllo quotidiano su ogni singolo dipendente a responsabili gerarchici diretti o a personale delle reception aziendali. Per il resto ‘l’Azienda adotta le disposizioni legislative emesse dal Governo e organizza incontri interni per sensibilizzare i dipendenti.

Terzo caso Sei Toscana, gestore dei servizi ambientali nella Toscana Sud, con il grosso del personale operativo su un territorio vasto e impegnato in strada nella raccolta dei rifiuti, nelle pulizie e nel conferimento agli impianti. Anche Sei Toscana ha stabilito le procedure che permetteranno la verifica del green pass dei propri dipendenti e, dal 15 ottobre, di chi entrerà in azienda. La società, che conta oltre mille dipendenti, fra personale operativo e amministrativo, effettuerà i dovuti controlli.

Sono state individuate le figure professionali che effettueranno le verifiche nelle 37 sedi aziendali, fra cantieri e sedi amministrative, tramite la app rilasciata dal Ministero della Salute. "I controlli saranno effettuati nel pieno rispetto di tutte le normative vigenti sulla privacy", sottolinea Sei Toscana. Il problema dunque c’è all’orizzonte ma non è affrontabile: solo dal 15 ottobre le aziende avranno i numeri di chi non è in regola e potranno capire come muoversi.

Ovvero se sospendere il lavoratore o utilizzarlo in altro modo (smart working). Ma bisognerà poi vedere se ci sono mansioni ‘senza contatti’, ovvero per cui non è necessaria una protezione sanitaria e anche se i ‘no-green pass’ sono sostituibili. Paola Tomassoni