Processo ai contradaioli: "Il Palio non si tocca. E ha un'alta rilevanza sociale" / FOTO

A portare solidarietà anche alcuni dirigenti di altre Consorelle

Il gruppo più numeroso era quello del Nicchio

Il gruppo più numeroso era quello del Nicchio

Siena, 5 dicembre 2017 -  IL PALIO in tribunale, le Contrade rispondono presente. Centinaia di persone fuori da Palazzo di giustizia, ieri già prima delle 9. In segno di solidarietà con gli imputati. Tanta la rabbia che ciascuno ha dentro. E si vede. Alcune decine salgono fino all’aula al primo piano, dove si alza il sipario sul processo ai 68 contradaioli per i due fronteggiamenti dell’Assunta 2015, Nicchio-Valdimontone e Onda-Torre, che la procura ritiene risse. «Scalda il cuore vedere qui tanta gente, ci voleva il Palio per unirci. Anche se potevamo e dovevamo essere di più», sostengono in molti. Ma il segnale Siena l’ha comunque mandato: il Palio non si tocca. E’ un bene, forse l’ultimo e il più prezioso, rimasto alla città. E’ vita, solidarietà. Tradizione e cultura. Da sempre trasversale quanto ad età, sesso e professione. I contradaioli non sono tifosi da stadio che si picchiano e danneggiano senza sentimento. Questo si leggeva negli occhi di chi attendeva fuori l’esito del primo round in tribunale, come pure di chi è andato in aula. In prima fila Marco Fattorini e Pier Luigi Millozzi, priori di Nicchio e Torre, che con altri dirigenti si sono sistemati nel lato destro dell’aula. A sinistra il capitano dell’Onda Alessandro Toscano con l’onorando Massimo Castagnini. Seduto accanto a lui il ‘collega’ della Selva Stefano Marini, venuto a dimostrare la sua solidarietà. Come pure Gianni Morelli, rettore del Bruco. Vicino a Toscano, in piedi, anche il priore del Valdimontone, Simone Bari. Gli avvocati sono già schierati quando il giudice Silvia Romeo inizia a fare l’appello dei 68 imputati.

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