Presidenza Cei, la nomina lampo del Papa Il cardinale Zuppi conquista i voti dei vescovi

Un’ora dopo l’ufficializzazione della terna dei candidati, con l’arcivescovo di Siena Lojudice al secondo posto, arriva la scelta. La reazione: "Ribadisco il pieno sostegno a ’don Matteo’ nel costruire quella Chiesa tanto auspicata da Francesco"

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di Pino Di Blasio

"Desidero rivolgere i miei più affettuosi auguri di buon lavoro al cardinale Zuppi con il quale sono legato da un’amicizia di lunga data cementata dal lavoro comune nelle periferie romane. A don Matteo, che è stato l’ospite d’onore in occasione dei recenti festeggiamenti di Santa Caterina a Siena, voglio ribadire il mio pieno sostegno nel costruire sempre di più quella Chiesa in uscita tanto auspicata da Papa Francesco".

Inutile cercare altri commenti dal cardinale Augusto Paolo Lojudice. Dopo l’ufficializzazione della scelta del cardinale Zuppi a nuovo presidente della Cei, l’arcivescovo di Siena-Colle val d’Elsa-Montalcino, affida a parole gentili e affettuose verso il suo amico fraterno la sua reazione. Per chi cerca altri dettagli che testimonino lo stato d’animo di Lojudice, indicato nella terna della Cei assieme a Zuppi e a monsignor Antonino Ruspanti, vescovo di Acireale, basti dire che i due cardinali erano seduti accanto nell’aula dell’Hotel Hilton Rome Airport, sede dell’assemblea dei 226 vescovi italiani. Quindi, il primo a congratularsi con Matteo Zuppi è stato, logisticamente, Augusto Paolo Lojudice.

Quella che doveva essere, nelle vecchie liturgie del Vaticano, una giornata interlocutoria, scandita solo dalla terna di nomi per la presidenza scelta dai vescovi e da sottoporre al Papa, è diventata invece quella della nomina lampo. Già dopo l’incontro in Sala Paolo VI di lunedì sera, con Bergoglio che aveva detto ai vescovi "scegliete il nome che preferite, basta che sia autorevole", la rosa del nuovo presidente Cei si era assottigliata a soli due petali: i cardinali Zuppi e Lojudice.

Il dubbio è durato poche ore, il tempo di contare i voti che i vescovi hanno assegnato ai candidati al vertice. Il più votato, oltre 108 consensi, maggioranza assoluta, è stato Matteo Zuppi. Ma anche Lojudice e Raspanti hanno mietuto diversi consensi.

Il tempo di ufficializzare la terna da sottoporre al Papa, ed ecco che il Pontefice brucia i tempi. Manda in soffitta riflessioni, indiscrezioni, boatos, sorprese, scommesse e tutto l’armamentario delle vigilie di nomina: il presidente della Cei è ’don Matteo’, il cardinale di Bologna Zuppi. Poco dopo le 13 Bergoglio comunica al presidente Bassetti e agli altri 225 vescovi che ha puntato sul prete di strada, sul cardinale romano di 66 anni che viene dalla comunità di Sant’Egidio. Dal 1973, dall’incontro con il fondatore della comunità Andrea Riccardi, Zuppi si è impegnato nelle varie attività di Sant’Egidio, dalle scuole popolari per i bambini emarginati delle baraccopoli romane, alle iniziative per anziani soli e non autosufficienti, per gli immigrati e i senza fissa dimora, i malati terminali e i nomadi, i disabili e i tossicodipendenti, i carcerati e le vittime dei conflitti. Laureato in lettere e Filosofia alla Sapienza, è stato per dieci anni parroco della basilica romana di Santa Maria in Trastevere. Fu mediatore in Mozambico nel processo che portò alla pace dopo oltre diciassette anni di sanguinosa guerra civile. Nel 2012, dopo due anni come parroco a Torre Angela, Benedetto XVI lo nominò vescovo ausiliare di Roma. Francesco lo ha scelto come arcivescovo di Bologna nell’ottobre 2015 e quattro anni più tardi, il 5 ottobre 2019, lo ha creato cardinale.

A voler aggiungere un pizzico di analisi, papa Francesco ha scelto il cardinale più noto, anche a livello internazionale, tra i due favoriti. E soprattutto ha nominato quello più votato dai vescovi. Per il cardinale Lojudice non è una nomina mancata, ma l’ascesa alla presidenza di un amico di strada.